Cronaca

Fondazione Betania: perché la Regione abbandona anziani e disabili?

Riceviamo e pubblichiamo

CATANZARO 23 DICEMBRE -
La drammatica vicenda che sta drammaticamente coinvolgendo Fondazione Betania non è un fatto ascrivibile a pochi soggetti, ma si tratta di una battaglia – l’ennesima purtroppo – che riguarda l’intera città e il nostro territorio provinciale. Pertanto nessuno dovrebbe sentirsi lontano e indifferente al problema, dal momento che la struttura si occupa da molti decenni e in modo encomiabile dell’assistenza agli anziani e ai disabili, quindi ai soggetti più deboli della nostra società. [MORE]

Da quello che abbiamo avuto modo di capire la questione è prettamente tecnico-burocratica e dunque facilmente risolvibile se solo ci fosse la volontà della Regione Calabria di confrontarsi con la Fondazione per tutelare un nobile fine qual è appunto l’attenzione verso l’area del disagio, nonché la salvaguardia di 180 lavoratori. La questione si presenta su due differenti livelli: quello dell’assistenza agli anziani e quello del sostegno ai disabili. Per i primi la Regione sostiene di non poter più intervenire in quanto – per il 2011 – il costo che dovrebbe sostenere sarebbe più alto rispetto al 2010 dal momento che Fondazione Betania ha migliorato il proprio standard sia rispetto alla qualità e quantità del personale, sia rispetto a ristrutturazioni edilizie: il tutto già realizzato in accordo con la legge 2/2005 con la quale – e qua sta il paradosso – proprio la Regione obbligava Fondazione Betania a compiere tali adeguamenti. In poche parole: dapprima la Regione obbliga la struttura socio-assistenziale a compiere una opportuna ristrutturazione (cosa avvenuta con un costo di circa 700.000 euro), per poi togliere l’accreditamento! Ovviamente la scusante addotta è sempre la stessa: il famigerato piano di rientro. Ma stavolta è una scusante che non regge proprio in virtù del fatto che Fondazione Betania ha eseguito alla lettera quanto imposto dalla stessa Regione.

Dunque è qui ravvisabile una palese contraddizione politica che, tradotta nella quotidianità di tantissime famiglie, significa determinare oltre al danno anche la beffa. Fin qui la questione anziani. Per quanto riguarda invece i disabili non siamo di fronte ad una contraddizione ma a qualcosa di ancora più incomprensibile: infatti l’ente regionale sostiene che non può riconoscere l’accreditamento definitivo al servizio dal momento che non esiste quello provvisorio. Peccato però che quest’ultimo, seppur sollecitato da Fondazione Betania più e più volte (nel 2002, nel 2005, nel 2010), non sia stato ancora riconosciuto proprio per inadempienze ascrivibili alla Regione. Se poi si volessero ben precisare le cose, si scoprirebbe che tale accreditamento provvisorio già esiste e risale al 1999 con delibera n° 2824. Ecco perché urliamo il fatto di trovarci di fronte ad un’assurdità: in sintesi se la Regione entro il prossimo 31 dicembre non compirà il proprio dovere, cioè se non accrediterà la struttura, indurrà Fondazione Betania al licenziamento di 180 persone che metteranno fatalmente in crisi 160 posti letto, salvo obbligare anziani e disabili a pagarsi la retta. Cosa ovviamente improponibile per gente che di sofferenze ne ha già fin troppe.

La domanda che ci facciamo, e che rivolgiamo accoratamente al governatore Scopelliti, è la seguente: può essere penalizzata una struttura così importante solo perché gli organismi preposti della Regione sono tuttora inadempienti? Può essere addossata al cittadino una “punizione” tanto immeritata? La cosa più indecifrabile è il silenzio assoluto di chi dovrebbe dare riscontri e invece tace, ovvero il presidente della Regione e i sub-commissari inviati dal Ministero: sono loro in primis che dovrebbero cercare una interlocuzione con la Fondazione Betania ma, a quello che ci è dato sapere, finora non hanno fornito alcuna risposta, con ciò palesando una omissione che si rappresenta ancora più grave e disumana giacché l’ambito di cui stiamo parlando è quello dell’area più debole e indifesa della società. Vogliamo sperare che l’atmosfera natalizia induca alla riflessione e soprattutto una risposta. Purché tutto avvenga entro il 31 dicembre!
Movimento Civico “Catanzaronelcuore”