Cronaca
Foggia: tentato omicidio
FOGGIA, 18 MAGGIO- Cinquemila euro per uccidere il fratello e intascare l'eredità di famiglia. É quanto avevano pattuito le tre persone arrestate dagli agenti della squadra mobile di Foggia perché accusati di essere mandante ed esecutori materiali del tentato omicidio di Massimo Correra, il cardiologo foggiano in servizio alla Asl e del figlio minorenne.[MORE]
Il tentato omicidio è avvenuto alle otto del mattino del 27 marzo scorso all'interno del portone dell'abitazione del medico, in via Vittimi Civili a Foggia. I responsabili, finito ora in carcere, sono dunque: il fratello del cardiologo Maurizio Correra, 53 anni, e i due albanesi, Shpetim Rizvani, di 24 anni, e la madre, Haxhire Tusha, di 60.
Secondo quanto rivelato dagli inquirenti, alla base del movente ci sarebbero fortissimi dissapori tra i due fratelli per motivi economici ed ereditari. In base alla ricostruzione dell’accaduto riportata dalle forze dell’ordine, la mattina del 27 marzo il medico ed il figlio vennero affrontati dai due albanesi mentre scendevano di casa: la mamma era accovacciata nell'androne ed il figlio era appostato all'esterno. Fu proprio la donna ad esplodere materialmente i colpi di pistola che, solo per pura casualità, mancarono il bersaglio. I due immediatamente dopo fuggirono a bordo di una vecchia Suzuki, particolare ripreso dalle telecamere di sicurezza posizionate nei dintorni della zona dell'agguato e grazie al quale è stato possibile identificare i due albanesi.
Dalle indagini emerge quindi che Maurizio Correra, per il tramite di una terza persona non ancora identificata, ha ingaggiato madre e figlio per far uccidere il fratello, dietro promessa del pagamento di una somma pari a 5mila euro; lo stesso avrebbe altresì fornito agli albanesi la pistola per compiere l’omicidio. Inoltre, al fine di precostituirsi un alibi, ha consegnato ai due un foglio in cui risultava che loro stessi avevano ricevuto mandato di simulare il delitto da parte della stessa vittima; appunto avrebbero dovuto essere consegnato all'avvocato nel caso in cui fossero stati fermati dalla polizia.
Fonte dell'immagine: repubblica.it
Federica Vetta