Economia
Fmi: Brexit pesa sul Pil dell'Italia: Pil 2016 atteso sotto l'1%
WASHINGTON - Il risultato del referendum sulla Brexit rallenterebbe la crescita italiana. Secondo una "valutazione preliminare" del Fondo monetario internazionale l'incremento del Pil rimarrà sotto l'1% nel 2016 e a circa l’1% nel 2017, rispetto al +1,1% 3 al +1,3% stimato precedentemente.
Il Fmi rivede al ribasso le stime per l'Italia. Secondo i dati dell'istituto di Washington divulgati martedì 12 luglio, "l'accresciuta volatilità del mercato finanziario e la generale maggiore incertezza potrebbero pesare su investimenti e crescita d'ora innanzi. Sebbene il commercio e l'esposizione diretta del settore finanziario con la Gran Bretagna - sottolinea Fmi - siano relativamente limitati, la valutazione preliminare dello staff è che la crescita potrebbe rimanere sotto l'1% nel 2016 e a circa l'1% nel 2017, con i rischi al ribasso in qualche modo aumentati".
All'Italia si chiede di agire sul fronte delle banche che con i loro 360 miliardi di euro di crediti deteriorati nei bilanci frenano gli investimenti e la crescita. Secondo i tecnici di Washington, il settore finanziario italiano "rimane soggetto a rischi, poiché un certo numero di banche può continuare a incontrare difficoltà a generare utili sufficienti a rafforzare il capitale, svalutare i crediti a rischio e finanziare nuovi impieghi. I cuscinetti per far fronte a eventuali shock sono limitati". Di qui l'invito a mettere a punto una "strategia complessiva" che preveda misure "economiche, di supervisione e legali". L'Fmi riconosce gli "ampi sforzi di riforma" fatti dall'Italia, ma avverte che la ripresa potrebbe essere "modesta" a causa di un "ambiente esterno instabile", di "rigidità strutturali", "bilanci delle banche sotto stress" e "alto debito pubblico".[MORE]
“Sta agli italiani decidere il tipo di sistema che vogliono". Ha così asserito il capo della missione del Fondo monetario internazionale in Italia, Rishi Goyal, riguardo le riforme costituzionali messe a punto dal Governo Renzi. L'economista riconosce che il pacchetto presenta "elementi importanti", ma ha specificato di non voler "entrare nel merito". Secondo Goyal, "le riforme che prevedono più trasparenza e favoriscono gli investimenti spingono la crescita".
Luigi Cacciatori
Immagine da corriere.it