Economia

Flessibilità e riforme strutturali: la ricetta dell'OCSE per il mercato del lavoro italiano

PARIGI, 15 FEBBRAIO 2013- Riforme strutturali, che aiutino a raggiungere la sostenibilità finanziaria lasciando ampio margine di manovra alle politiche monetarie, flessibilità, maggiore efficienza per il sistema tributario, tempi più brevi per i processi civili, istruzione più equa ed efficace : nessun dubbio, c'è tanta carne a cuocere nel capitolo che il rapporto dell'OCSE "Going for Growth" dedica all'Italia.


La ricetta per la crescita, infatti, include ingredienti tra i più disparati, ma parte imprescindibilmente da una serie di riforme strutturali che dovranno non solo stimolare la ripresa e il benessere, ma anche lasciare spazio a politiche macroeconomiche, abbracciando ogni campo della vita economica e sociale del Paese, dal lavoro, alla giustizia, alla pubblica istruzione.[MORE]


Si comincia, innanzitutto, dal sistema tributario, che con le sue "alte aliquote fiscali" incita spesso all' evasione; eccessivo il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito, che anche a causa di recenti imposizioni, tra imposte dirette e indirette (prima tra tutte la "necessaria introduzione dell'IMU"), si trovano a dover versare troppi contributi nelle casse statali.


In futuro, sostiene l'OCSE, distorsioni di questo genere andranno diminuite, abbassando le aliquote ed eliminando le spese fiscali; più che i cittadini, il governo dovrà tassare un' ampia gamma di esternalità ambientali , concentrarsi sulle privatizzazioni, ribadire l'impegno ad evitare i condoni fiscali, ed eliminare i legami di proprietà tra fornitori di servizi ed enti locali. Sarebbe auspicabile, ove possibile, ridurre la tassazione diretta sul lavoro e abattere le barriere alla concorrenza per aumentare la competitività. Da velocizzare anche licenziamenti e assunzioni, per un mercato del lavoro più flessibile e dinamico.


Tagli necessari, su un altro fronte, per le cause civili, i cui tempi dovranno essere drasticamente snelliti; in generale, l'Italia dovrà cercare in tutti i modi di ridurre le dualità, e creare una rete di protezione sociale che possa cancellare le varie forme di disuguaglianza.


In questo senso, per riequilibrare la tutela del lavoro, le politiche sociali dovranno proteggere il reddito del lavoratore, non il suo posto di impiego; negli anni, infatti, le eccessive garanzie su questo fronte assicurate a determinate categorie professionali hanno contribuito a creare un dualismo che ostacola la distribuzione efficiente della forza lavoro.

Sarà importante, quindi, agire in questa direzione per "migliorare la produttività" e favorire una più equa distribuzioni dei lavoratori, che dovranno essere formati al meglio, secondo rinnovati e più efficienti contratti di apprendistato, volti ad aumentare in modo effettivo e definitivo le qualifiche dei singoli dipendenti.


In tema di formazione, l'OCSE spinge l'Italia ad aumentare le tasse universitarie, e a puntare contemporaneamente su sistemi di prestito per studenti con rimborsi condizionati al reddito già attivi in altri Paesi. Nonostante l'elevato livello di spesa, infatti, il sistema scolastico e universitario produce risultati molto scarsi rispetto alla media europea, e risulta alquanto carente in termini di equità ed efficienza: molto, insomma, c'è ancora da fare, soprattutto per quanto riguarda le opportunità di formazione offerte alle persone scarsamente qualificate.

(immagine da: www.repubblica.it)

Simona Peluso