Fisco: il pg chiede l'assoluzione per Dolce e Gabbana: «Il fatto non sussiste»
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MILANO, 25 MARZO 2014 - Il procuratore generale di Milano, Gaetano Santamaria Amato, ha chiesto l’assoluzione per Domenico Dolce e Stefano Gabbana dall’accusa di omessa dichiarazione di redditi a causa della quale, nel giugno del 2013, i due stilisti erano stato condannati, in primo grado, ad un anno e otto mesi.
«Il fatto non sussiste – secondo il pg, che ha aggiunto come in questo caso – una condanna penale contrasta col buon senso giuridico». Il reato era stato contestato ai due stilisti a seguito di una articolata operazione finanziaria effettua nel 2004, attraverso la quale Dolce e Gabbana, all’epoca proprietari del 50% dei marchi, cedevano il tutto ad una società del Lussemburgo, ovvero la Gado srl. Manovra che secondo l’accusa era utile ad evadere il fisco italiano.
Tuttavia, secondo il giudizio odierno del pg Santamaria, si è trattato soltanto di un’operazione che denota la caratura della società che da «impresa moderna, pensa in grande come si conviene alla squadra di un grande gruppo italiano della moda presente nel mondo che ottiene – ha continuato – successi in controtendenza col sistema industriale italiano». Resta di un altro parere, invece, l’Agenzia delle Entrate, costituitasi pare civile durante il processo, che attraverso il suo legale, Gabriella Vanadia, ha richiesto la conferma della condanna: «Il dolo dell’evasione c’è stato e l’evasione da parte degli imputati è stati particolarmente rilevante».[MORE]
La decisione odierna, ad ogni modo, segna una nuova pagina nell’arco di un processo durante il quale lo scorso anno i due stilisti erano stati condannati a pagare anche una sanzione da 343 milioni di euro. La Commissione tributaria di Milano aveva difatti confermato la sentenza di primo grado e respinto, di conseguenza, il ricorso presentato allora dai legali di Dolce e Gabbana.
(Immagine da velvetstyle.it)
Giovanni Maria Elia