Fisco: Gdf, 14 arresti per fittizia attribuzione aziende
Cronaca Calabria

Fisco: Gdf, 14 arresti per fittizia attribuzione aziende

venerdì 3 marzo, 2017

COSENZA , 3 MARZO - Quattordici persone sono ritenute responsabili di aver attribuito fittiziamente la titolarita' di beni e aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniali. All'effettivo titolare dei beni e delle attivita' e' stata applicata la misura della custodia in carcere. Per 13 persone 'prestanomi' sono stati disposti gli arresti domiciliari e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.[MORE]

E' l'ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla guardia di finanza di Paola, Cosenza. Il reato della fittizia attribuzione ad altri della titolarita' di beni che potrebbero essere oggetto di sequestro e confisca consente, al soggetto effettivo titolare, di evitare il sequestro dei beni illecitamente acquisiti. In questo modo 'scherma' l'investimento patrimoniale e ne attribuisce fittiziamente la titolarita' formale ad un terzo soggetto, 'prestanome'.

Sono state cosi' sottoposte a sequestro le quote sociali di 12 societa', complessi aziendali, beni mobili, autovetture ed immobili e disponibilita' finanziarie, le disponibilita' finanziarie riconducibili alle persone indagate per un valore complessivo pari ad oltre 2 milioni di euro. In particolare, le indagini effettuate dalle fiamme gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Paola, hanno consentito di ricostruire la storia societaria e finanziaria delle 12 imprese attive nei settori: supermercati, abbigliamento e pubblicita', tutte riconducibili al 'dominus' - di fatto di proprietario e gestore, attraverso compiacenti prestanome legati da vincoli di parentela, di amicizia e pregressi rapporti di lavoro.

Le attivita' commerciali venivano avviate ed operavano di fatto per uno o due anni, durante i quali pero' contraevano ingenti debiti nei confronti di fornitori e, soprattutto, dell'Erario, per poi essere abbandonate, poste in liquidazione o dichiarate fallite. I complessi aziendali, quindi, venivano ceduti ad altri soggetti economici di nuova costituzione, sempre riconducibili all'effettivo titolare, attraverso i prestanome. Il notevole flusso di denaro generato - soprattutto contante - serviva per finanziare la "catena delle diverse attivita'", producendo ulteriore ricchezza "illecita", condizionante il tessuto finanziario, economico e produttivo.


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