Cronaca
Firenze, scoperto un cimitero del V secolo sotto gli Uffizi
FIRENZE, 12 FEBBRAIO 2014 - Durante i lavori di ampliamento della galleria degli Uffizi, all'altezza della iblioteca Magliabechiana, è emerso un intero cimitero risalente al V o VI secolo d.C. Una vera e propria necropoli, i cui resti sono rimasti sepolti per 1500 anni sotto uno dei musei più importanti del mondo.
Si tratta di sessanta scheletri accatastati testa-piedi, come per ottimizzare lo spazio per poter seppellire molti cadaveri, o per fretta di sepoltura. Da qui l'ipotesi che tutti questi resti umani siano stati seppelliti in quel modo in una situazione d'emergenza, come un'epidemia. A validare questa tesi il fatto che questi scheletri e teschi non riportano ferite o spaccature, cosa che esclude una morte causata da barbarie e violenze, ma anche la morte per fame dovute ad assedio o invasioni. Molto probabilmente, quindi, è emersa un'importantissima traccia di una vera e propria catastrofe dovuta ad un'epidemia acuta e ad alto contagio che si diffuse in modo rapido, come la peste, il colera, la dissenteria o anche una banale (per quei tempi) influenza che decimò gran parte della popolazione.
[MORE]
A rivelare la scoperta di questo cimitero della Firenze altomedievale la sovrintendente del Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, Isabella Lapi, direttore regionale per i beni e le attività culturali della Toscana, Alessandra Marino, soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Firenze, Pistoia e Prato, Andrea Pessina, soprintendente per i beni archeologici della Toscana, e Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi.
Il sovrintendente Pessina ha spiegato: "Ora i resti, che sono stati portati alla luce con un lavoro di cinque mesi, saranno sottoposti all'analisi del Dna e, per l'esatta datazione, all'esame del carbonio 14. Si potrà quindi accertare la causa della morte ovvero l'agente patogeno che la provocò, e potremo ottenere molte altre informazioni sugli abitanti dell'epoca, alimentazione, patologie e stress da lavoro".
La direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Firenze Carlotta Cianferoni ha detto: "Da questo ritrovamentoci si aspetta di chiarire meglio un periodo che è abbastanza oscuro della storia della città perché dopo i clamori e gli splendori della Florentia Adrianea, II e III secolo, noi abbiamo un periodo di cui sappiamo poco di Firenze. Sappiamo che si è progressivamente ristretta, alcuni tratti di mura sono stati abbattuti e quindi questo scavo ci potrà molto aiutare nel riempire questi vuoti".
Foto: La Repubblica
Valentina D'Andrea