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Fiom migliaia in piazza, Landini: «priorità è il lavoro non l'Imu»

ROMA, 18 MAGGIO 2013 - Migliaia di persone hanno partecipato a Roma alla manifestazione indetta quest’oggi dalla Fiom, «una manifestazione non “contro qualcuno” ma per qualcosa, per rivendicare il cambiamento» come ha tenuto a precisare il segretario generale dei metalmeccanici Maurizio Landini. Il corteo, il cui striscione di apertura riportava lo slogan “Non possiamo più aspettare”, si è mosso da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni dove si è tenuto il comizio conclusivo.[MORE]

Lo stesso leader della Fiom, dal palco, non ha risparmiato critiche alla classe politica ed ha sottolineato l’indispensabile necessità di cambiare rotta, rimettendo al centro di ogni reale attenzione il lavoro: «siamo qui perché non rinunciamo alla nostra idea di fondo: voler cambiare questo Paese e mandare a casa chi ha prodotto questo disastro. Se questo governo non sarà in grado di cambiare le politiche di Monti e Berlusconi – ha aggiunto Landini – penso che non avrà lunga vita perché questa manifestazione dimostra che non ci siamo rassegnati e che le cose le vogliamo cambiare».

Un cambiamento delle politiche economiche che secondo Landini non può prescindere dalla Costituzione: «non ci dobbiamo difendere dalla Costituzione ma dobbiamo cambiare passo per realizzarla in tutti i suoi punti, dal lavoro alla salute, fino all’istruzione. Metteremo in campo tutte le iniziative possibili – afferma – per cambiare politica economica. Oggi essere rivoluzionari è fare applicare la Costituzione. Solo da qui potrà partire la ricostruzione sociale e politica del paese».

Poi, in relazione alla nuove regole per la rappresentanza che i sindacati stanno concordando con Confindustria, il leader della Fiom ha precisato: «l’accordo con Confindustria deve mantenere il diritto di voto dei lavoratori sui contratti e sono inaccettabili le limitazioni e le sanzioni che limitano il diritto di sciopero. Sono regole contro la nostra Costituzione e non le accetteremo mai perché mettono in discussione un diritto di fondo».

Nel suo discorso Landini ha comunque riconosciuto in maniera critica le responsabilità dei sindacati sull’annosa faccenda delle pensioni: «il sindacato, mi ci metto pure io, non ha fatto tutto quello che doveva. Il decreto varato venerdì dal Consiglio dei Ministri è un primo passo, ma non è sufficiente. Bisogna ragionare – ha aggiunto – oltre l’emergenza. Occorre il blocco licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’estensione della cassa integrazione facendo pagare a tutti un contributo». Il leader sindacale ha indicato inoltre altre utili soluzioni: «bisogna anche introdurre il reddito di cittadinanza per combattere la precarietà e non eliminare completamente l’Imu che va mantenuta per le grandi proprietà».

E sulla questione Imu lo stesso Landini si era espresso in mattinata prima della partenza del corteo: «io vedo altre priorità come costruire un piano di investimenti e tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. Su questo non ho sentito una discussione sufficiente di questo governo».

(Immagine da controlacrisi.org)

Giovanni Maria Elia