Politica

Fincantieri, piattaforme marine per trattare i rifiuti

NAPOLI, 26 SETTEMBRE 2011 - Non si è inteso a dovere se si tratti di una proposta praticabile o dell'ennesima mossa disperata, ma intanto presso la facoltà di Economia dell'Università di Napoli Federico II è stato presentato oggi il progetto "Plasmare", promosso da Fincantieri attraverso il suo centro di ricerca applicata Cetana (Centro per gli studi di tecnica navale). Il progetto, già in sviluppo, prevede in sintesi la costruzione di impianti "navalizzati" per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. [MORE] Più precisamente, sarebbero realizzate due piattaforme galleggianti con autopropulse, da posizionare in acque protette: una dedicata allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con produzione di cdr, combustibile derivato dai rifiuti, l'altra per la gassificazione dello stesso prodotto attraverso una tecnologia al plasma capace di recuperare energia dal gas di sintesi del prodotto. Secondo un approccio modulare, verrebbe realizzata prima la piattaforma per la produzione di cdr, alla quale si affiancherebbe in una seconda fase la piattaforma con impianto al plasma, di cui si prevede un rodaggio più lungo.

Secondo l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono (in foto con Caldoro), il progetto tornerebbe utile alla collettività ed alle amministrazioni locali, che avrebbero la possibilità di conseguire un notevole risparmio sul problema dello smaltimento dei rifiuti.

Durante la presentazione, è stato illustrato come il progetto sia realizzabile in 16-18 mesi, venendo così ultimato nella prima parte del 2013. Il vantaggio, secondo Bono, sarebbe dato dalla certezza sui tempi, ma anche sui costi: l'investimento ammonterebbe a circa 160 milioni di euro, di cui 60 immediatamente utilizzati per la costruzione della prima piattaforma, per trattare 130mila tonnellate all'anno di rifiuti solidi urbani (150 euro a tonnellata), con cdr prodotto di circa la metà. Quanto alla seconda piattaforma, ancora in progettazione, sarebbe in grado di trattare la quantità annua di cdr derivante dalla prima (65mila tonnellate) e trasformarla in 65 gwh di energia elettrica all'anno. Ulteriore aspetto positivo sarebbe l'assenza di emissioni di sostanze o di odori: l'impianto è chiuso e controllato.

Stando allo studio del Cetana, il trattamento al plasma sarebbe da preferirsi rispetto all'incenerimento proprio in vista dell'eco-compatibilità: non solo non ci sarebbe nessuna emissione di inquinanti, nè solidi nè gassosi, ma si avrebbe anche agio di inertizzare metalli pesanti o inquinanti presenti nei rifiuti solidi urbani, trasfromandoli in scorie vetrificate da riutilizzare nell'edilizia o come ghiaia per il manto stradale. Altro vantaggio si misurerebbe nei tempi: 2 anni per la costruzione dell'impianto, a fronte dei 4 per il termovalorizzatore, mentre i costi non conoscerebbero incrementi imprevisti, poichè la lavorazione avviene in ambienti chiusi (i cantieri navali) che non risentono di fattori esterni.

Commenti positivi dalla Regione Campania. Stefano Caldoro, intervenuto alla presentazione, ha definito il progetto "Plasmare" in linea con il piano regionale, aggiungendo che una commessa del genere da parte della Regione darebbe la possibilità al cantiere di Castellammare di Stabia di lavorare e continuare a costruire navi, secondo la sua grande tradizione. Caldoro ha però sottolineato che la piattaforma per il trattamento dei rifiuti solidi urbani potrebbe integrare, ma non sostituire il termovalorizzatore.

Antonio Maiorino