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Fiducia Governo, c'è il sì della Camera. Letta: «Evitare di rigettare nel caos tutto il Paese»

ROMA, 11 DICEMBRE 2013 - A distanza di poco più di due mesi, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è tornato al cospetto del Parlamento per richiedere il voto di fiducia. Un atto dovuto ed inevitabile alla luce della nuova maggioranza formatasi sull’asse Pd - Nuovo Centrodestra, dopo l’uscita di scena di Forza Italia.

Fiducia che è arrivata dall’aula della Camera che ha approvato la mozione presentata dalla maggioranza con 379 sì, contro i 212 no e due astenuti. Adesso toccherà al Senato dove i numeri a favore del governo Letta ci sono, ma con un margine sicuramente più ristretto.

Tanti i temi affrontati dal premier Letta nel discorso che ha rivolto ai deputati presenti in aula: dalle riforme da portare a termine entro 18 mesi, alle soluzioni per arginare la crisi lavoro, dalla legge elettorale al rapporto con l’Europa.

Ma nelle battute iniziali il presidente del Consiglio ha voluto rivendicare con forza l’operato del suo governo e la decisa volontà di andare avanti, soprattutto in un momento delicato come quello attuale: «Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos tutto il Paese proprio quando sta rialzandosi. L’Italia – ha proseguito – è pronta a ripartire ed è nostro obbligo generazionale aiutare a farlo».

Poi, Letta ha voluto spiegare la sostanziale differenza che esiste tra la nuova e la precedente maggioranza: «Il 2 ottobre, a dispetto del voto finale, mi sono rivolto a una nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa negli intenti. Oggi – ha continuato – ciò che chiedo è di confermare quella fiducia per segnare anche una discontinuità e segnare bene un prima e un dopo».[MORE]

Dunque, quello richiesto da Letta è un voto di fiducia utile a tracciare una linea di demarcazione talmente netta da poter distinguere una vecchia azione di governo, che era comunque messa sotto scacco dalle vicende giudiziarie di Berlusconi, da una nuova agenda programmatica: «Nelle prossime settimane – spiega infatti Letta – proporrò un patto di governo, lo chiamerò “Impegno 2014"».

Una volontà questa che naturalmente non può prescindere dall’accordo con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ed anche dal neo eletto segretario del Pd, Matteo Renzi. Ed in tal senso, il premier afferma: «Oggi ci sono le condizioni pere realizzare un patto di governo per il 2014, in questo aiutano le sollecitazioni componibili espresse dal nuovo leader del Pd e del Nuovo Centrodestra».

Tuttavia uno dei passaggi cruciali e più importanti del discorso è stato il messaggio, di certo non velato, che il presidente del Consiglio ha rivolto aspramente contro il leader del M5S, Beppe Grillo, il quale negli ultimi giorni ha prima sferrato l’ennesimo attacco ai giornalisti, stilando addirittura una lista di messa al bando, e poi sull’onda della discutibile protesta dei forconi ha invitato la polizia a «non proteggere più questa classe politica». Ecco le parole del premier Letta: «Le istituzioni esigono sempre rispetto a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avvallano la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa e arriva ad incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine».

(Immagine da agi.it)

Giovanni Maria Elia