Economia

Fiat Pomigliano, i 19 operai Fiom pagati e mandati a casa

NAPOLI, 04 FEBBRAIO 2013 – “Ci hanno consegnato la busta paga e informati che ci faranno sapere. Noi pretendiamo una comunicazione scritta, ed abbiamo contestato all'azienda le modalità di mancata comunicazione preventiva”. Questo il commento dei 19 operai della Fiom, assunti in Fabbrica Italia Pomigliano - a seguito di una sentenza della Corte d’appello di Roma – alla decisione del Lingotto che ha disposto la loro regolare retribuzione, pur lasciandoli a casa.

Così, i 18 lavoratori (visto che Antonio Di Luca è in aspettativa per impegni elettorali essendo capolista di Rivoluzione civile alla Camera dei Deputati), questa mattina si sono recati in fabbrica al fine di essere messi al corrente delle proprie mansioni, ma sono stati invitati a ritornare a casa in quanto al momento non è possibile ricollocarli. [MORE]

“I 18 della Fiom, reintegrati all'interno di Fabbrica Italia Pomigliano da una sentenza della magistratura, non hanno mansione all'interno dello stabilimento”, aggiungendo che, “Terminato il corso di formazione lunedì mattina i 18 si sono presentati ai cancelli dello stabilimento ma è stato chiesto loro di non marcare il badge in quanto l'azienda non saprebbe dove collocarli. Lo shift manager ha comunicato che i lavoratori della Fiom verranno ugualmente retribuiti”.

Per il capolista di Rivoluzione civile, “Si fa fatica a non interpretare la scelta del management di non impiegare i sindacalizzati Fiom come un tentativo maldestro e reiterato di umiliazione. Una umiliazione che i lavoratori respingono interamente al mittente: come pensano di saper impiegare i rimanenti tremila esuberi se oggi non sono in grado di dare una mansione ai 18 che la magistratura vuole al loro posto di lavoro?”

Di Luca conclude, “Marchionne passerà anche per essere il manager dei due mondi, ma a Pomigliano, come a Melfi, inciampa continuamente in sortite strumentali che svelano solo cattivo gusto e mancanza di rispetto oltre che per le organizzazioni sindacali non servili anche per le istituzioni”.

Al momento, i lavoratori sono ancora all'interno dello stabilimento in attesa della comunicazione ufficiale.

(fonte: Corriere della Sera. Fotogramma:economia.panorama.it )

Rosy Merola