Fiammetta Borsellino: 13 domande per la verità
Cronaca Puglia

Fiammetta Borsellino: 13 domande per la verità

mercoledì 18 luglio, 2018

ROMA, 18 LUGLIO - "Sono passati 26 anni dalla morte di mio padre, Paolo Borsellino, ucciso a Palermo insieme ai poliziotti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. E, ancora, aspettiamo delle risposte da uomini delle istituzioni e non solo". [MORE]

 Lo scrive in una “lettera aperta” pubblicata su Repubblica Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso nel 1992, dove elenca una serie di 13 domande, “Ci sono domande - le domande che io e miei fratelli Manfredi e Lucia non smetteremo di ripetere - che non possono essere rimosse dall'indifferenza o da colpevoli disattenzioni.”

Proprio oggi Fiammetta Borsellino nel giorno della vigilia del genetliaco della strage di via d’Amelio, alle ore 14 verrà ascoltata dalla Commissione Regionale antimafia.
A convocarla il presidente Claudio Fava che, tenuto conto delle motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater, ha avviato un’istruttoria sul depistaggio delle indagini.
"La famiglia Borsellino - ha reso noto nei giorni scorsi il presidente della Commissione Claudio Fava - ha domande da fare e chiede risposte. E non c'è luogo più legittimato della Commissione Regionale Antimafia per raccogliere le preoccupazioni e le pretese di verità dei familiari del giudice. Noi intendiamo farci carico di queste domande e vedere quale possa essere il ruolo della Commissione su una vicenda che interroga la coscienza del Paese"

Nei prossimi giorni potrebbero essere ascoltati anche gli altri due figli, Manfredi e Lucia Borsellino. Inoltre, verranno sentiti anche i magistrati che negli anni passati si occuparono del processo relativo la strage di via D'Amelio.

Questo l'elenco delle 13 domande poste dalla figlia del giudice Borsellino:
1. Perchè le autorità locali e nazionali preposte alla sicurezza non misero in atto tutte le misure necessarie per proteggere mio padre, che dopo la morte di Falcone era diventato l'obiettivo numero uno di Cosa nostra?
2. Perché per una strage di così ampia portata fu prescelta una procura composta da magistrati che non avevano competenze in ambito di mafia? L'ufficio era composto dal procuratore capo Giovanni Tinebra, dai sostituti Carmelo Petralia, Annamaria Palma (dal luglio 1994) e Nino Di Matteo (dal novembre '94).
3. Perchè via D'Amelio, la scena della strage, non fu preservata consentendo così la sottrazione dell'agenda rossa di mio padre? E perchè l'ex pm allora parlamentare Giuseppe Ayala, fra i primi a vedere la borsa, ha fornito versioni contraddittorie su quei momenti?
4. Perchè i pm di Caltanissetta non ritennero mai di interrogare il procuratore capo di Palermo Pietro Giammanco, che non aveva informato mio padre della nota del Ros sul "tritolo arrivato in citta'" e gli aveva pure negato il coordinamento delle indagini su Palermo, cosa che concesse solo il giorno della strage, con una telefonata alle 7 del mattino?
5. Perchè nei 57 giorni fra Capaci e via D'Amelio, i pm di Caltanissetta non convocarono mai mio padre, che aveva detto pubblicamente di avere cose importanti da riferire?
6. Cosa c'è ancora negli archivi del vecchio Sisde, il servizio segreto, sul falso pentito Scarantino (indicato dall'intelligence come vicino ad esponenti mafiosi) e sul suo suggeritore, l'ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera?".
7.Perchè i PM di Caltanissetta non depositarono nel primo processo il confronto fatto tre mesi prima fra il falso pentito Scarantino e i veri collaboratori di giustizia (Cancemi, Di Matteo e La Barbera) che lo smentivano? Il confronto fu depositato due anni più tardi, nel 1997, solo dopo una battaglia dei difensori degli imputati.
8. Perchè i pm di Caltanissetta furono accomodanti con le continue ritrattazioni di Scarantino e non fecero mai il confronto tra i falsi pentiti dell'inchiesta (Scarantino, Candura e Andriotta), dai cui interrogatori si evinceva un progressivo aggiustamento delle dichiarazioni, in modo da farle convergere verso l'unica versione?
9. Perchè la PM Ilda Boccassini (che partecipò alle prime indagini, fra il giugno e l'ottobre 1994), firmataria insieme al PM Sajeva di due durissime lettere nelle quali prendeva le distanze dai colleghi che continuavano a credere a Scarantino, autorizzò la polizia a fare dieci colloqui investigativi con Scarantino dopo l'inizio della sua collaborazione con la giustizia?
10. Perchè non fu mai fatto un verbale del sopralluogo della polizia con Scarantino nel garage dove diceva di aver rubato la 126 poi trasformata in autobomba? Perchè i PM non ne fecero mai richiesta? E perchè nessun magistrato ritenne di presenziare al sopralluogo?
11. Chi è davvero responsabile dei verbali con a margine delle annotazioni a penna consegnati dall'ispettore Mattei a Scarantino? Il poliziotto ha dichiarato che l'unico scopo era quello di aiutarlo a ripassare: com'è possibile che fino alla Cassazione i giudici abbiano ritenuto plausibile questa giustificazione?
12. Il 26 luglio 1995 Scarantino ritrattava le sue dichiarazioni con un'intervista a Studio Aperto. Prima ancora che l'intervista andasse in onda, i pm Palma e Petralia annunciavano già alle agenzie di stampa la ritrattazione della ritrattazione di Scarantino, anticipando il contenuto del verbale fatto quella sera col falso pentito. Come facevano a prevederlo?
13.Perchè Scarantino non venne affidato al servizio centrale di protezione, ma al gruppo diretto da La Barbera, senza alcuna richiesta e autorizzazione da parte della magistratura competente?"

Luigi Palumbo

 


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