Cronaca

Fiamma Tricolore e Calabria Sociale su crisi Infocontact

LAMEZIA TERME (CZ), 14 FEBBRAIO 2014 - (Riceviamo e pubblichiamo) Parole, proteste, incontri e denunce ma, di pratico, niente di niente. Questa è la situazione lavorativa in Calabra allo stato attuale. E dopo lo scoppio della VICENDA INFOCONTAT, che ha espresso l’intenzione di “cambiare aria” mettendo a rischio 272 posti di lavoro a tempo indeterminato e svariati contratti a termine (il solito precariato senza un vero e reale futuro), i cui responsabili addebitano alla venuta meno della COMMESSA WIND MOBILE l’abbandono della struttura in Calabria (Lamezia Terme) salvo poi andarsi a posizionare in altre zone. Un altro scempio che si aggiunge ai tanti già consumati.

E’ pur vero che nel caso della Infocontat le varie trattative hanno, alla fine, portato al contratto di solidarietà, che non è certo una soluzione definitiva ma soltanto un attimo di respiro nello scenario complessivo, a cui i Lavoratori hanno dato il loro consenso, con il voto, per continuare a percepire uno stipendio, anche se ridotto, e per non essere emarginati e trasformati in ombre del mondo del nulla e dei senza domani. Nessun commento sulla loro scelta. Bisogna rendergli atto che, per sopravvivere, si sono attaccati ad ogni singolo spiraglio.
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La solita storia, quella che da sempre colpisce la nostra regione, salassando un ambiente sociale disperatamente affamato di occupazione. Un sistema che dissangua quel poco che esiste per farlo transitare in altre zone, dove i costi delle braccia sono parificabili allo zero e gli orari di lavoro di gran lunga superiori alle norme legittime. Transiti di strutture in zone in cui la confusione sociale è regola non scritta ma consolidata.

Certo l’Unione Europea dovrebbe emanare una norma, tra le tante inutili e dannose che ci propina, che possa garantire una equanimità nei contratti stabilendo interventi capaci di controllare e indirizzare l’applicazione dei sistemi occupazionali in modo da evitare scenari dannosi e dequalificanti per l’intero sistema economico mentre, quanto accade, nella nostra regione è una morte occupazionale che prosegue, come un morbo incurabile, la sua corsa infettiva che distrugge e cancella tutto, lasciando sul terreno l’anima e la mente di chi non ha più un futuro. Gli esempi sono i tanti fatti giornalieri che aumentano a dismisura allargando, ogni attimo, la schiera delle anime perse, di coloro che non hanno più niente, di personaggi e famiglie che non sono in grado d’essere se stessi e di avere la garanzia dell’esistenza.

Per noi è l’amara costatazione di una società sempre più proiettata verso il baratro, ed intendiamo, con le nostre denunce, svegliare la coscienza e la mente dei signori della politica regionale, provinciale e cittadina, per spingerli a scendere in uno spazio fuori dalla loro realtà, per toccare con mano gli effetti negativi di questo tracollo.

Notizia segnalata da Natale Giaimo