Politica
Fi, Fitto sdogana i "ricostruttori": «Vogliamo aiutare». Romani: «E' lui che scappa»
ROMA, 22 FEBBRAIO 2015 - Appuntamento ieri al quartiere Eur di Roma, esattamente all’Auditorium del liceo Massimo. È qui che Raffaele Fitto ha chiamato a raccolta quelli che potrebbero essere considerati i detrattori di Silvio Berlusconi.
Una contesa tutta interna a Forza Italia che tiene banco oramai da tempo. Tra i botta e risposte continui tra i due con la convention di ieri, Fitto ha sdoganato i “ricostruttori”. «Noi stavamo, stiamo e staremo in Fi – ha esordito l'europarlamentare – ma bisogna tornare a parlare di contenuti». Davanti ad una platea di 1500 presenti, prima che Fitto prendesse la parola, l’incontro è iniziato con le note dell’inno di Mameli e con una foto dei marò in India sullo sfondo. Un gesto che è stato così spiegato: «abbiamo voluto cominciare questo manifestazione – ha detto Fitto – ricordando una ferita aperta ormai da troppo tempo».
Durante le battute iniziali, Fitto ha voluto ringraziare i presenti e dare le linee guida: «Oggi siamo qui grazie al coraggio, alla determinazione e alla convinzione di un gruppo di colleghi: li voglio ringraziare uno ad uno. È grazie a loro – prosegue – che oggi siamo qui, per svolgere una manifestazione che non è contro nessuno, è per qualcosa, è per guardare avanti». Nel suo intervento Raffaele Fitto spiega il come ed il perché si è giunti a questo scontro con il leader Silvio Berlusconi. «Il nostro è stato un lungo cammino fatto di coerenza e rivendicazione della linea politica. Noi, Forza Italia, un partito di opposizione, ha iniziato un suo percorso andando a braccetto con questo governo, non facendo opposizione. Qualche mese fa si è teorizzato addirittura un partito unico, che dovevamo stare con Renzi tutti insieme allegramente. C’era – ha continuato a dire Fitto – chi sosteneva il patto del Nazareno senza se e senza ma. In tutto questo c’è stato un gruppo di persone che ha tentato di far emergere i rischi che correvamo. A un certo punto Renzi ci ha mollato: noi lo avevamo detto che dovevamo andare avanti con una battaglia».
Ma il capo dei “ricostruttori” tiene a precisare che la sua azione non vuole essere di rottura con Berlusconi e non a caso confronta la sua posizione con quella tenuta da Angelino Alfano che lasciò Fi per dare vita al Ncd: «La differenza tra me e Alfano è grande: io non scelgo la sinistra, ma rimango in Forza Italia». «Non sono qui per lanciare invettive contro Berlusconi – ha affermato Fitto – anzi, mi è molto dispiaciuto leggere certe cose sui giornali, perché non si danno quindici giorni per decidere di uscire dal partito. Voglio dire a Berlusconi che le vittorie di questi vent’anni sono fondamentali per noi, non vogliamo distruggere ma essere d’aiuto. Ma c’è una differenza tra fedeltà e lealtà e quest’ultima richiede chiarezza nelle posizioni: i grandi risultati ottenuti non devono nascondere i grandi errori».
Dunque, la richiesta di far chiarezza sulla linea da seguire all’interno di un centrodestra dove Fi, secondo Raffaele Fitto, ha perso l’appeal ed il ruolo da protagonista che ricopriva fino a qualche tempo fa e a tal proposito dice: «Siamo di fronte a un bivio: distruggere il partito o seguire l’evoluzione e il percorso in atto nel nostro Paese, senza lasciare questo lavoro a Matteo Salvini. Berlusconi può accompagnare questo percorso verso la terza Repubblica».[MORE]
Ma alle parole di Raffaele Fitto, quest’oggi, ha risposto Paolo Romani, capogruppo di Fi al Senato, il quale ha sottolineato come “non si voglia cacciare nessuno”. Al contrario, secondo Romani, è Fitto che «sta scappando dal confronto». «Gli abbiamo lanciato mille possibilità di sedersi ad un tavolo - ha continuato a spiegare Romani - gli abbiamo riconosciuto una quota nei gruppi dirigenti che potesse rispecchiare il suo peso, e lui nulla, neanche all'ufficio di presidenza e all'assemblea dei parlamentari è venuto». Infine, la stoccata finale: «Fitto pensa solo a come organizzarsi i suoi continui "one man show"».
(Immagine da huffpost.com)
Giovanni Maria Elia