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Festival Torino, vince un islandese che scalda i cuori

TORINO, 4 DICEMBRE 2011 - Il vincitore del Festival di Torino 2011 viene dal freddo. E dal low-budget. Si tratta di A Annan Veg/Either Way (Una strada o l'altra), opera prima di Hafstein Gunnar Sigurdsson, 33enne laureato in Letteratura comparata a Dublino e con un master in cinema alla Columbia University di New York. La poesia vince sul budget, di soli 150.000 euro: la storia è quella di due cognati, uno più giovane e l'altro più maturo, che d'estate lavorano con un contratto a tempo determinato rattoppando strade ed ammazzando il tempo tra chiacchiere costruttive e non. [MORE]Diversi momenti buffi, qualche gag gelida ed una consapevole maturità stilistica per il debuttante Sigurdsson, ovviamente lieto di avere ricevuoto i 20.000 euro del premio (il film ha vinto anche il Premio Holden per la sceneggiatura), che ha spiegato di essere partito con soli 50.000 euro e di aver poi ricevuto altri 100.000 euro dal Fondo islandese per il cinema.

Il regista ha anche annunciato di essere alle prese con un interessante progetto, il copione di un amico che racconta la storia di un padre ed un figlio ambientata in un paesino del nord di 200 anime. Il direttore Gianni Amelio, sottolineando l'unanimità del verdetto, ha commentato l'opera dell'islandese osservando come sia uno dei tanti film del festival sul tema del lavoro, ma con ambientazioni ariose ed originali che rinnovano lo stereotipo del lavoro da catena di montaggio o in miniera.

Il Premio della giuria è stato assegnato a 17 filles delle sorelle francesi Delphine e Muriel Coulin, tratto da un singolare fatto di cronaca: in una città portuale della Bretagna, Camille convince le sue amiche a rimanere incinte nello stesso momento. Per fortuna il film ha già un distributore italiano, Teodora Film. Premiato ex-aequo Tayeb, khalas, yalla / Ok, Enough, Goodbye di Rania Atieh e Daniel Garcia, ironica e pungente riflessione di un "bamboccione" mediorientale.

Il Premio Cipputi è invece andato a Le vendeur del canadese Sebastien Pilote, vincitore anche del Premio Fipresci. Curiosamente, proprio nella città della Fiat, viene premiato un film che narra delle vicissitudini del vedovo Michel, da 16 anni miglior venditore d'auto del Quebec, ma che dalle vetrine della concessionaria vede avanzare i segni della crisi.

Il Premio del pubblico Valdata è stato attribuito a 50/50 di Jonathan Levine, il Premio Bassan (per la scenografia) ad Attack the Block di Joe Cornish, il Premio Gandhi al tedesco Vergiss dein Einde/Way Home di Andreas Kannengiesser. Miglior documentario italiano è stato proclamato L'orogenesi di Caldwell Lever. Miglior documentario internazionale Les éclats (Ma gueule, ma révolte, mon nom) di Sylvain George.

Molta qualità, dunque, per un festival particolarmente amato dai cinefili, che ha segnato il 30% in più di pubblico accreditato ed il 6% in più d'incassi. Amelio dirigerà anche la prossima edizione, quella del trentennale: sarà il suo quarto anno. Soddisfazione anche per l'assessore regionale alla Cultura, Michele Coppola, che ha evidenziato lo sforzo notevole degli enti locali per sponsorizzare con 2 milioni di euro l'evento.



Antonio Maiorino