Cultura e Spettacolo
Festival "Leggere&Scrivere", ’ndrangheta addosso è speranza
VIBO VALENTIA, 21 OTTOBRE - La politica grosse risposte non le ha mai date e chi ha tentato di riunire gli “stati generali” della cultura si è messo in un ginepraio; “geni sregolati” di varia natura che rivendicano primogeniture e reclamano riconoscimenti. Proprio come “una tigre di carta”, che non emerge perché non vale, anche se unti dal Signore. Come in tutte le guerre tra poveri, chi possiede due scarpe bucate fa lo snob con chi ne ha una sola. Discutibili operazioni “marchettifici” impediscono di concepire una strategia di penetrazione culturale che conduca a risultati durevoli. Gli attacchi e le polemiche urlate dai detrattori ideologici, professionisti dell’ “Anti”, hanno creato un effetto rimbalzo che ha dato ancor più rilevanza ad un irriducibile fenomeno criminale. I risultati della battaglia culturale non sono mai eclatanti, ma creano piuttosto dei punti di ri-partenza che dividono la storia in un prima e un dopo. La battaglia contro l’omertà della storia non ha certo trasformato il mondo come lo conosciamo, ma ha rotto l’argine del silenzio. Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano, direttori artistici, hanno condotto magistralmente l’ottava edizione del Festival Leggere&Scrivere 2019 e sapientemente ideato e organizzato una sorta di universo in cui sono stati al confronto intellettuali, scrittori, attori, registi, musicisti, per acquisire e, quindi, offrire una rigenerata esperienza formativa più ampia, meglio integrata e fortemente consapevole. A Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia, nella Sala Berto, è stato presentato il libro ‘Ndrangheta Addosso di Cosimo Sframeli, Edito da Falzea. Ed è stata Melissa Garrì a dialogare con l’autore davanti a un pubblico interessato alle ricostruzioni storiche dei tempi bui della Calabria che, martoriata e vittima di una ‘ndrangheta spietata e quasi invincibile, anche per le inefficienze dello Stato, ha sapientemente attualizzato le rovine e le catastrofi criminali ereditate dai calabresi, ai quali non rimane che ricostruire. Con determinato coraggio e serena conoscenza, ha parlare di ‘ndrangheta fuori le commemorazioni di rito. L’Avvocato Melissa Garrì ha abilmente ribadito che ad animare questa terra è la grande forza di tantissima gente onesta, le donne e uomini che edificano quotidianamente ciò che il crimine organizzato puntualmente distrugge. La bellezza dei paesi, la storia e i miti della Calabria, non riescono a trattenere i giovani che fuggono per edificare altrove un futuro migliore. Eppure, c’è pure tanta gente onesta ostinata a restare per migliorare la società calabrese. Infatti, per amare questo territorio, patria di civiltà millenarie, non è sufficiente predicare o agire bene, ma è necessario mettere in conto anche l’eventualità di perdere la vita. Con la forza dell’amore e con l’audacia del quotidiano, la gente di Calabria, in speciale modo gli aspromontani, riuscirà a curare le ferite delle ingiustizie e delle sofferenze. Nelle pagine del libro c’è tutta la Calabria che Sframeli ha vissuto e vive, come tutti gli irriducibili, in una società fragile e impaurita, sostendo che la Calabria è solo lo specchio, estremo e violento quanto si vuole ma sempre un riflesso, di problemi nazionali antichi ed evidenti che si sono aggrappati nel tempo. La perdita di competitività e la crisi di fiducia, che serpeggiano nel Paese, si sono trasformati, nella sua parte più debole, in tragedia. La speranza è nelle donne e negli uomini che ogni giorno si prodigano con fatica a costruire una società più giusta.
Cosimo Sframeli