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Festival di Roma 2013 - "A Vida Invisível" di Vítor Gonçalves, silenzi e spettri
Il cineasta portoghese Vítor Gonçalves - dopo 25 anni dal suo ultimo suo film Midnight e dopo 27 dal suo esordio A Girl In Summer, considerato una delle pietre miliari del cinema lusitano - ritorna alla regia con A Vida Invisível, film di stampo fortemente autobiografico in cui Gonçalves fa omaggio al regista António Reis, che considera il suo maestro.
Il film racconta la storia di Hugo, un impiegato statale che non riesce a togliersi dalla mente un misterioso filmino in 8mm che ha ritrovato in casa del defunto Antonio, suo superiore al Ministero. Credendo che Antonio volesse confidargli qualcosa attraverso le immagini, cerca di comprenderne il segreto viaggiando fra i suoi ricordi, ripensando ad Adriana, la donna che amava.
A Vida Invisível contiene un forte richiamo alla poetica di Fernando Pessoa per le riflessioni intime sulla vita, sulla morte, sulla memoria e sullo scorrere del tempo. Tutta la vita dell’anima umana è un movimento nella penombra. Viviamo, nell’imbrunire della coscienza, mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo essere. (Fernando Pessoa) È questa l’incertezza che porta Hugo a isolarsi chiudendosi in una dimensione di inerzia malinconica ove la vita è solo una successione casuale di attimi, di fotogrammi che sembrano scandire il grigiore di un'esistenza quotidiana ove Eros non riesce a riscattare la vita da Thanatos anzi ne amplia e fortifica il dominio, caratteristica di quel male di vivere che domina tutto il pensiero dal ‘900 ai nostri giorni, perfetto emblema della crisi del soggetto che determina la crisi della società odierna, ferma in uno stallo ove, tormentata dal passato, non riesce a concepire le possibilità del futuro.[MORE]
Tuttavia, mentre Hugo resta chiuso nella sua claustrofobica solitudine la comunità, anche se a rilento e a fatica, riesce a raggiungere in qualche modo il bene comune; infatti la piazza, i cui lavori sembrano procedere di pari passo con il senso di spossatezza e impotenza del protagonista, alla fine sarà rimessa a nuovo. La piazza è dunque simbolo dello slancio vitale connaturato all’esistenza che, pur nella disperazione più estrema, ogni uomo si porta dentro. Piazza del Commercio è un luogo molto caro ai portoghesi, Gonçalves la inquadra numerose volte - illuminata dal sole in opposizione al buio delle stanze in cui si muove il protagonista - a rappresentare la distanza che separa Hugo dalla vita, da una realtà di cui vorrebbe far parte ma che sembra quasi non appartenergli.
Purtroppo, l’intento di scandagliare introspettivamente l’interiorità umana e i tormenti della solitudine non è realizzato con valide scelte narrative, si entra in un mondo algido popolato di presenze spettrali che vorrebbero dialogare con lo spettatore solo attraverso silenzi ed inquadrature fisse interminabili. A Vida Invisível è dunque un monologo solipsistico che non contiene alcun elemento drammaturgico in grado di rendere significativa la messa in scena cinematografica.
Anno: 2013
Origine: Portogallo
Regia: Vitor Vítor Gonçalves
Cast: Filipe Duarte, Maria João Pinho, João Perry, Pedro Lamares, Susana Arrais
Durata: 99'
Gisella Rotiroti