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Festival di Cannes: primi premi a Fahradi e Kechiche, impazza il toto-pronostici
CANNES, 25 MAGGIO 2013 - Il 66esimo Festival di Cannes si appresta a chiudere i battenti, culminando, naturalmente, nell'attesa cerimonia di chiusura, presentata dalla madrina Audrey Tautou domenica sera. Attesa per l'assegnazione della Palma d'Oro e degli altri premi da parte della giuria presieduta da Steven Spielberg. Anche il toto-vincitori, ormai, fa parte della tradizione. Intanto, però, l'attesa s'inganna con le prime premazioni per i film in gara nelle varie sezioni. Il premio dei critici Fipresci come miglior film è stato assegnato al bravo regista franco-algerino Abdellatif Kechiche per l'opera La vie d'Adèle, storia d'amore lesbico in cui una sedicenne scopre la sessualità attraverso la relazione con una ragazza più matura. In passato il regista si era fatto apprezzare per titoli come La schivata (2003), Cous cous (2008) e Venere nera (2010). [MORE]
Ciò non toglie che Kechiche possa sbancare anche la Palma d'Oro, così come le due protagoniste de La vie d’Adèle, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, sono date come papabili per il premio alla miglior attrice. I critici Fipresci, inoltre, hanno tributato riconoscimenti anche a Manuscripts don’t burn del regista Mohammad Rasoulof, film di denuncia sulla situazione di repressione culturale in Iran, presentato nella sezione Un certain regard, e a Blue ruin dell’americano Jeremy Saulnier, un thriller low budget dall'ambietazione metropolitana e dalle tinte noir, presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
Ma è forse dal premio della Giuria Ecumenica che vengono le indicazioni più rilevanti per il possibile vincitore finale. Il riconoscimento è stato assegnato ad un altro dei titoli di punta del concorso, quel Le passé del regista iraniano Asghar Fahradi, che racconta il dramma coniugale di Marie (Bérénice Bejo), divisa tra il passato con l’ex consorte (Ali Mosaffa), il futuro marito (Tahar Rahim) e la figlia (Pauline Burlet), che non approva la nuova unione. Girato in Francia, benchè Fahradi non parli il francese, il film è considerato tra i favoriti insieme a Like father, like son, del regista giapponese Hirokazu Koreeda, e al dramma familiare Nebraska, del regista americano Alexander Payne, con Bruce Dern.
Quasi fatti i giochi per il premio come miglior attore, che dovrebbe andare a Michael Douglas (al più in ex-aequo con Matt Damon) per il suo ritratto del pianista Liberace nel film biografico Behind the candalabra di Steven Soderbergh. Nell'omologa categoria femminile, per il premio come miglior attrice potrebbe spuntarla Marion Cotillard, protagonista del dramma The immigrant di James Gray, ma restano in lizza le già citate interpreti de La vie d’Adèle.
(in foto: una scena di Le passè)
Antonio Maiorino