Festa della Donna. 8 marzo: studenti medi e universitari in piazza
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ROMA, 08 MAR - Nella giornata di oggi, 8 marzo, nelle piazze di tutta Italia ci sono manifestazioni organizzate dal movimento Non Una di Meno contro le discriminazioni e le violenze di genere che ancora esistono nella società. LINK Coordinamento Universitario, Unione degli Studenti e Rete della Conoscenza partecipano e sostengono la mobilitazione.
Lorenzo Morandi, Coordinatore Nazionale di LINK Coordinamento Universitario, dichiara: "Oggi le studentesse e gli studenti scendono in piazza con Non Una di Meno, perché nei luoghi della formazione esistono ancora molti problemi: negli scorsi mesi infatti sono stati numerosi i casi di molestie, subiti da studentesse universitarie attraverso i social da parte di persone sconosciute, e inoltre avvengono ancora casi di molestie fisiche all'interno dei luoghi della formazione stessi. Esiste una disparità di genere nei corsi di laurea, disparità che deriva dall'elemento culturale per cui ingegneria è un corso più "da maschi" e scienze della formazione primaria più "da femmine".
Stereotipi che, negli spazi della formazione scolastica e universitaria, nei nostri libri e nei nostri corsi, vengono replicati e devono essere eliminati". Luca Redolfi, Coordinatore dell'Unione degli Studenti, spiega che "Oggi rivendichiamo la presenza di centri antiviolenza e l'istituzione di regolamenti contro le molestie all'interno dei luoghi della formazione di ogni ordine e grado, dal momento che ancora esistono poche tutele per le studentesse. Vogliamo che in scuole e università si possa accedere gratuitamente agli assorbenti, è necessario che vengano sviluppati percorsi di educazione sessuale in tutte le scuole, e infine occorre eliminare tutti gli elementi sessisti dai programmi didattici." Per Arianna Petrosino, Coordinatrice della Rete della Conoscenza, "Donne e giovani sono i più colpiti dalla crisi: su 101 mila posti di lavoro persi a dicembre, il 99% era occupato da donne.
Le donne, e in particolar modo le donne under 35, sono sovrarappresentate nei segmenti di lavoro precario, nel part time involontario, siamo ultimi in Europa per l'occupazione delle done tra i 25 i 34 anni e l'emergenza pandemica e sociale non ha fatto altro che aggravare questa situazione. La nostra società inoltre continua a dare per scontato che il ruolo di cura e di riproduzione sociale sia in capo a noi donne.
E non per nostra volontà, ma perche continuiamo ad essere viste come maggiormente "predisposte"." "Il Recovery Plan deve essere uno strumento utile per dare risposte a tutte queste esigenze, che non sono più rimandabili, occorre prendere scelte coraggiose per abbattere le disuguaglianze di genere per quanto riguarda welfare, istruzione e lavoro." concludono gli studenti.