Femminicidio: dalla Camera il via libera alla legge per tutelare gli orfani
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Femminicidio: dalla Camera il via libera alla legge per tutelare gli orfani

giovedì 2 marzo, 2017

ROMA, 2 MARZO – Giornata di svolta per la lotta al femminicidio. Con 376 sì e nessun contrario, l’Aula della Camera prende posizione alle disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici. Il testo ora passa al Senato. [MORE]


Previsto anche un inasprimento delle pene per chi uccide il proprio coniuge: se fino ad oggi per l'assassino poteva esserci una pena 11 anni di carcere, ora invece il testo inserisce l'ergastolo. L'omicidio del coniuge, del partner civile e del convivente viene infatti legalmente equiparato a quello di genitori o figli, e rientra nella fattispecie aggravata per la quale è prevista la pena maggiore del sistema giudiziario italiano.

Particolare attenzione per i figli delle vittime: ci sarà assistenza medico-psicologica, difesa già nelle prime fasi del processo penale ed accesso gratuito al patrocinio a spese dello Stato, a prescindere dal reddito. Il disegno di legge mira alla massima tutela per il futuro degli orfani, infatti un fondo statale di due milioni all'anno andrà a finanziare la creazione di borse di studio e per il loro inserimento lavorativo.

Rispetto ai beni delle vittime, è stato modificato invece il sequestro conservativo, per rafforzare la tutela degli orfani rispetto al loro diritto al risarcimento del danno, ed annullato il diritto al godimento dell'eredità e della pensione di reversibilità per i colpevoli di omicidi in famiglia. Il relatore Franco Vazio (Pd), spiega che l'omicida poteva godere della pensione di reversibilità del coniuge ucciso e intascare, anche temporaneamente parte della sua eredità. Ora invece la somma sarà immediatamente congelata a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio, così come il suo diritto a succedere; i suoi beni saranno sequestrati a garanzia del pagamento dei danni subiti dai figli della vittima, che dovranno essere liquidati subito dal giudice penale, almeno per una quota del 50 per cento del loro presumibile ammontare. E queste norme si applicheranno anche nei casi di omicidi commessi a danno della parte dell'unione civile.

Maria Minichino

(foto secoloditalia.it)


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