Cronaca
Fasipress: non ha senso mettersi da soli il bavaglio
Riceviamo e pubblichiamo
Siamo contrari allo sciopero. E lo siamo non solo perché inopportuno in un periodo di crisi come questo, ma perché lo consideriamo come l’ultima arma di pressione, da usare come risorsa estrema. Non come uno strumento politico. Per quanto ci riguarda, decidere di non fornire informazione equivale ad una autocastrazione, oltre che arrecare a tutti un danno. Si protesta stando zitti? Molto singolare. [MORE[Ha ragione Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, che il giorno dopo la manifestazione di piazza Navona, in prima pagina, ha annunciato che il quotidiano non seguirà la protesta della Fnsi. “Cari giornalisti – dice Feltri nella sua lettera aperta – con una scelta linguistica efficace avete definito ‘legge bavaglio’ la normativa che disciplina le intercettazioni vietandone la pubblicazione. E – continua – allo scopo di protestare contro la prossima approvazione del bavaglio ve lo mettete in anticipo e volontariamente. Infatti, dopo la manifestazione di ieri, l’8 luglio sciopererete e i giornali non saranno in edicola. Fantastico. Per chiedere maggiore libertà, la negate del tutto a voi stessi e ai lettori. Non sapevo che il diritto di dare le notizie si difendesse non dandole. Gli altri lavoratori scioperano per andare sui giornali, noi non facciamo uscire i giornali per scioperare”. Ha ragione Feltri e, come lui, tutti quelli (di qualsiasi idea politica abbiano) che vorrebbero vedere i giornalisti “usare” il loro lavoro per spiegare, criticare, informare.
Lo sciopero deciso dalla Fnsi e che ha avuto il pronto sostegno della Cgil (in allegato pubblichiamo le disposizioni date agli iscritti dai due sindacati), al di là dei numeri che saranno sbandierati, sarà un nuovo tonfo. Chi ha vissuto nelle redazioni sa perfettamente quali sono le reazioni dei colleghi agli scioperi. Sa quanti colleghi si mettono in ferie, chi sposta il giorno di riposo o adotta altre misure per non perdere la giornata di lavoro. La risposta “democratica” della Fnsi? Confondendo il diritto allo sciopero con il dovere di aderire ad uno sciopero: ricordiamo ancora le pressioni, le minacce, rivolte in pubblico e su documenti ufficiali, a chi non si allineava. Ricordiamo, ad esempio, come anni fa sia stato diffuso questo comunicato: “Il Consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa Sarda ha pertanto deliberato di sospendere con effetto immediato i colleghi che hanno lavorato nelle giornate di sciopero rompendo la solidarietà su un tema vitale per la categoria e di deferirli al Collegio dei Probiviri con la proposta di procedere, nei casi più gravi, alla loro espulsione”.
Ma, pur mantenendo in memoria il passato, andiamo oltre. Di seguito pubblichiamo una lettera aperta pubblicata da Rassegna.it e l’articolo scritto da Piero Sansonetti su Il Riformista il 30 giugno. Ognuno, liberamente come sempre, potrà trarre le proprie conclusioni. Così come, ancora una volta liberamente, deciderà se mettersi o no il bavaglio il 9 luglio prossimo.
Fasipress (Federazione Autonoma Stampa Italiana)