Economia
Farmacisti: revocato lo sciopero, tra perplessità e paure per le nuove liberalizzazioni
BOLZANO, 31 GENNAIO 2012- Domani, per la prima volta nella storia, i farmacisti altoatesini avrebbero dovuto incrociare le braccia, e aderire allo sciopero nazionale contro le liberalizzazioni di settore volute dal governo Monti; in extremis, però, l'azione è stata revocata, in attesa di un incontro con il ministro che si dovrebbe tenere domani.
Ben inteso, le minacce di sciopero restano più alte che mai; lo sottolinea la Federfarma provinciale, che dalle colonne dei giornali locali, spiega come dalle liberalizzazioni arriveranno disagi per tutti, per i privati come per il Comune.
Con il nuovo pacchetto, infatti, sarebbero in arrivo 40 nuove licenze in Alto Adige, di cui dieci solo a Bolzano; c'è il riscio, quindi, che le farmacie comunali possano perdere il bacino d'utenza, ma soprattutto, sottolinea la Federfarma, i farmacisti.[MORE]
Ora che il Comune ha perso il diritto di prelazione (in passato, su dieci farmacie, cinque dovevano essere municipali), e che le licenze aumentano, c'è la possibilità che molti dipendenti comunali decidano di mettersi in proprio. Il problema, però, è che tra le figure professionali, quella del farmacista bilingue è sicuramente una delle più difficili da reperire.
Non sarebbe facile, quindi, trovare tra i dipendenti pubblici, dei nuovi professionisti che sostituiscano gli altri; eppure, l'assessore Mario Randi, invita alla calma, e ricorda come prima di preoccuparsi sul da farsi in una situazione del genere, bisognerò capire come la questione andrà effettivamente ad impattare sul territorio. Intanto, continua l'assessore, a Bolzano proseguono i lavori per l'apertura della farmacia di Firmian, e potrebbe arrivare al più presto l'autorizzazione per quella dei Piani.
Meno ottimista, invece, il presidente altoatesino di Federfarma, Luca Collareta, che dipinge scenari di cannibalismo tra privati, in cui le farmacie si troveranno ad avere sempre meno clienti, in un fenomeno che porterà ad un accentramento dai paesi più piccoli ai centri maggiori. E questo, ovviamente, non potrebbe essere che deleterio per una regione come il Trentino-Alto Adige.
(foto tratta da: www.articolotre.com)
Simona Peluso