Farmaceutica: idee innovative premiate al 36° congresso nazionale della SIE
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PADOVA, 5 GIUGNO 2013 - Saranno premiati durante il 36° Congresso Nazionale della SIE, Società Italiana di Endocrinologia, i vincitori del SIE AWARD, il bando di ricerca sull’assorbimento degli ormoni tiroidei, lanciato lo scorso anno con il grant incondizionato di IBSA Farmaceutici.
Il bando chiedeva a giovani ricercatori italiani di sviluppare dei progetti di ricerca sulla levotiroxina (LT4) e sui fenomeni di assorbimento e malassorbimento nei pazienti affetti da ipotiroidismo.
Le categorie di concorso erano tre: miglior lavoro di ricerca in ambito universitario, miglior lavoro di ricerca presso un centro ospedaliero e miglior progetto di giovanissimi ricercatori (under 30).
Le domande pervenute sono state ben 42 ed il 76% da giovani ricercatrici; fatto sicuramente significativo, in quanto, secondo i dati dell'Osservatorio del Ministero dell’Istruzione (MIUR), la media di genere dei laureati in Medicina e Chirurgia nel periodo 2005-2010, è stata del 64% per le donne e del 36% per gli uomini. Che le ricercatrici che si occupano di ormoni tiroidei siano in proporzione superiore della media delle laureate, denota un interesse tutto al femminile per le malattie della tiroide che, in effetti, colpiscono più le donne rispetto agli uomini con una proporzione di 15 a 1.
“Le 42 domande, provenienti quasi totalmente da medici, con l'eccezione di una laureata in biotecnologie mediche, sono nel 50% dei casi di ricercatori con un'età compresa tra i 30 e i 35 anni” precisa il Professor Emmanuele A. Jannini, Segretario SIE.
I progetti sono stati vagliati in prima istanza dalla Commissione premi SIE che ha selezionato nove progetti meritevoli, tre per ogni categoria di concorso. Infine, una commissione di super esperti della tiroide ha proclamato i tre vincitori nelle rispettive categorie.
I criteri di selezione sono stati sia la validità della ricerca che la capacità di esposizione del progetto e, aggiunge Jannini, la scelta è stata tutt’altro che facile, in quanto tutti i lavori presentati erano molto validi”.
Per la categoria di progetto in ambito universitario ha vinto Caterina Di Cosmo, Università di Pisa con il titolo “Identificazione dei meccanismi molecolari che mediano l'assorbimento intestinale della LT4” che vuole investigare il possibile coinvolgimento di proteine trasportatrici nell'assorbimento della levotiroxina a livello intestinale con successiva possibile verifica delle variazioni nella presenza di queste proteine i
pazienti con malattie gastrointestinali e test della potenziale interferenza sull’assorbimento, da parte di farmaci comunemente impiegati o sostanze chimiche contenute negli alimenti.
Col progetto intitolato “Studio di fase IV controllato, in aperto per confrontare efficacia e assorbimento della LT4 soluzione orale vs LT4 compresse nella popolazione neonatale affetta da ipotiroidismo congenito”, la ricercatrice Laura Paone, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha vinto la categoria dei progetti in ambito ospedaliero.
Per la categoria “under 30” hanno vinto Daniele Santi e Giulia Brigante dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Azienda USL di Modena col progetto dal titolo “Tiroxina e probiotico: accoppiata vincente?” che valuta se l'assunzione di una miscela ad alta carica di batteri lattici e bifidobatteri sia in grado di influenzare l'assorbimento e/o il metabolismo di levotiroxina in pazienti ipotiroidei.
Il premio per finanziare i progetti è di 45.000 Euro, 15.000 euro per ogni categoria, e la conclusione degli studi è prevista entro la fine del prossimo anno.
“Come società scientifica - dichiara il Prof. Ezio Ghigo, Presidente SIE - siamo sempre felici di constatare come la ricerca scientifica sia un interesse forte soprattutto nei giovani e mi auguro che lo sviluppo di questi progetti sull’utilizzo della levotiroxina nella cura dell’ipotiroidismo portino a scoperte utili e innovative per un farmaco così importante e da cui dipende la salute di tante persone.
Questi progetti di ricerca sono molto interessanti perché sono fonte di nuove acquisizione scientifiche e auspichiamo che tali collaborazioni, in partnership con le aziende farmaceutiche, possano rinnovarsi nel tempo”.
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