Cronaca

Falsa denuncia di stupro,raid in campo nomadi

TORINO,11 DICEMBRE 2011 – Un corteo organizzato dai familiari della vittima e dagli abitanti del quartiere per protestare contro la violenza che si trasforma in un raid contro un campo nomadi. Questo quanto è successo dopo la denuncia di stupro fatta nei giorni scorsi da una sedicenne di Torino, denuncia che si è rivelata del tutto falsa e che ha dato il via al montare della protesta e della violenza.[MORE]


 Tutto ha avuto inizio quando la sedicenne di Torino ha raccontato di essere stata avvicinata da due uomini mercoledì scorso mentre rientrava a casa. I due l’avrebbero costretta ad allontanarsi e poi avrebbero abusato di lei. A trovarla, ancora senza pantaloni, il fratello che ha immediatamente chiamato i carabinieri. La giovane è stata condotta in ospedale dove sono stati effettuati i primi accertamenti. I militari del Nucleo Investigativo Provinciale di Torino e della Compagnia di Torino Oltre Dora già dal primo momento non sembravano però del tutto convinti della denuncia della giovane ragazza. I medici dell’ospedale infatti confermavano l’avvenuto rapporto sessuale ma non esprimevano pareri in merito alla violenza subita di cui invece il fratello e i familiari della giovane vittima si sono sempre dichiarati convinti al punto tale da organizzare una fiaccolata di protesta. Si è dato il via quindi ad un corteo che nelle intenzioni doveva essere pacifico e che ben presto invece si è trasformato in raid punitivo nei confronti di un campo Rom situato presso la cascina Continassa. Proprio negli stessi momenti in cui esplodeva la rabbia dei cittadini la ragazza ha confessato di essersi inventata tutto.


 Si vergognava. Queste le sue prime parole. Voleva nascondere un rapporto sessuale appena consumato con un ragazzo un po’ più grande. Alla vista del fratello ha avuto paura e si è inventata la storia dei due uomini e della violenza subita, con tanto di descrizione dei due. La confessione della sedicenne nella notte che di fronte ai carabinieri che la interrogavano non ha retto ed è crollata.Intanto stava degenerando l’assalto al campo Rom. Quindici minuti di violenza e di paura. Una decine di persone, alcune armate di bastoni, hanno preso d’assalto il campo nomadi e hanno spaccato tutto mettendo in fuga i Rom e dando fuoco, con le stesse fiaccole usate per partecipare al corteo,alle baracche.A fermarli lo stesso fratello della presunta vittima accompagnato dai carabinieri. Riesce a convincerli a desistere raccontandogli la verità su quanto successo e permettendo alle autobotti dei pompieri, fino a quel momento bloccate dai manifestanti violenti, di entrare nello spazio occupato dal campo e di spegnere l’incendio.Alla fine si contano i danni, non ci sono feriti mentre due persone sono state arrestate per danneggiamento aggravato. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, esprime tutto il suo rammarico condannando quel quarto d’ora di ingiustificata follia che ha scosso il quartiere delle Molinette e confermando il suo impegno e quello di tutta la cittadinanza di Torino nel respingere chi vuole far precipitare la città nell’odio, nell’intolleranza e nella violenza.


Ora la ragazza viene accusata di simulazione di reato. Una bugia, il racconto di un abuso subito da parte di due stranieri completamente inventato ha scatenato la rabbia e la frustrazione di un intero quartiere. Un accusa grave che, però, non giustifica quanto successo tanto più che su quell’accusa erano già state espresse perplessità da parte delle forze dell’ordine. Episodi di violenza si verificano purtroppo ogni giorno e ad esserne accusati non sempre sono stranieri. Episodi come quello di Torino fanno riflettere mentre parole come integrazione sembrano essere sempre più lontane dal nostro lessico quotidiano e sentimenti come l’intolleranza vengono alimentati da più parti.
Daniela Dragoni