Cronaca

Expo, Cantone alla Camera: «Gare d'appalto fatte senza regole e trasparenza»

MILANO, 22 GIUGNO 2014 - «La legge sugli appalti del 2006 è di difficilissima interpretazione e applicazione e le deroghe hanno una loro ragione perché la norma di riferimento sugli appalti ha procedure che rendono difficilissimo fare i lavori in tempi ragionevoli». Questo uno dei passaggi essenziali dell’intervento di Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche), nel corso dell’audizione in commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera sulla revisione della normativa degli appalti pubblici in vista del recepimento delle nuove direttive europee.

Naturalmente il presidente Cantone è entrato nel merito del caso Expo per il quale ha ricevuto per decreto del governo l’incarico di supervisore: «Il problema Expo? Quasi tutte le gare sono state fatte in deroga alla legge sugli appalti e senza trasparenza». Insomma, più chiaro di così Raffaele Cantone non poteva essere. E sul suddetto decreto approvato dal Cdm lo scorso 13 giugno e che gli affida la piena vigilanza sui contratti pubblici ha spiegato: «Il decreto del Governo dà su Expo poteri molto significativi. L’Autorità può dare direttive al commissario unico per riorganizzare il sistema degli appalti in tema di trasparenza e anticorruzione per le poche fare che restano da fare».

E se come recita l’adagio “fatta la legge, trovato l’inganno”, di certo, prima di tale misura, tanti gli errori fatti, anche a livello legislativo, e che hanno lasciato margine al malaffare e alla facile corruzione. «Abbiamo cominciato a lavorare sulle gare dell’Esposizione – precisa Cantone –. Quegli appalti sono stati oggetti di una quantità enorme di deroghe. Le prime, addirittura, solo con atti amministrativi, ancorché costituzionalmente accettati, come le ordinanze del Presidente del Consiglio. Le deroghe – continua – sono poi state raccolte in un unico decreto legge. Praticamente, ad Expo Spa, è stato consentito in modo legittimo di fare quasi tutte le gare senza il rispetto delle regole degli appalti».[MORE]

Tuttavia oltre ad applicare adesso un maggior controllo, il presidente Cantone evidenzia quale sia il problema ancora presente da arginare, ovvero il sistema di aggiudicazione dei lavori che senza regole fisse rischia di cambiare le “carte in tavola” senza alcun ostacolo: «Il massimo ribasso sembra il criterio più oggettivo. Ma è qui che si insinuano i rischi del sistema: concedere varianti in corso d’opera, con perizie specifiche, consentono alla aziende che vincono, di chiedere di più e fare lievitare i costi dell’opera, anche oltre il valore della base d’asta iniziale. E con la farraginosità dei meccanismi concessi dalle deroghe – conclude Cantone – diminuisce la trasparenza e crescono i rischi».

(Immagine da liquida.it)

Giovanni Maria Elia