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"Exodus" di Ridley Scott nel mirino d'oro delle polemiche
NAPOLI, 30 DICEMBRE 2014 - Cinema e censura vanno sempre più a braccetto.
Dopo il caso "The Interview" condannato dalle autorità della Corea del Nord, anche il kolossal Exodus: Dei e Re entra nel mirino delle polemiche.
La pellicola diretta da Ridley Scott, che arriverà nelle sale italiane il prossimo 15 gennaio, racconta la storia di Mosè e della sua fuga dall'Egitto e lo fa arrichendola per alcuni, e sporcandola per altri, con il clangore guerrafondaio de Il Gladiatore e con il biblicismo da kolossal ad alto budget in stile Noah di Darren Aronofsky, altro filmone lapidato dalla censura.
Così come Noah fu respinto in alcuni paesi del Medio Oriente a causa del modo in cui veniva raccontata la storia del profeta di Allah, anche Exodus nelle ultime ore è stato bastonato da Emirati Arabi, Egitto e Marocco.
I primi a dare inizio alle polemiche sono stati gli Egiziani che hanno accusato il film di <<sionismo>> perchè << non sono stati gli Ebrei a costruire le Piramidi >>, in particolare, Il Cairo ha storto il naso sul miracolo della divisione delle acque che nel film viene attribuito ad un terremoto.
In Marocco, invece, un delegato del centro cinematografico di Rabat ha accusato il film di contenere una << rappresentazione divina >>, riferendosi alla scena in cui un «bambino offre la rivelazione al profeta Mosè».
Anche gli Emirati Arabi si sono aggiunti, ieri, allo sciame di polemiche, Juma Obeid Al Leem, capo del Media Content Tracking al National Media Council, ha infatti confermato la censura della pellicola: << Stiamo esaminando il film e riteniamo che contenga molti errori non solo per quanto riguarda l’Islam ma anche le altre religioni. Non arriverà quindi nelle sale degli Emirati Arabi >>.
Non è solo il Medio Oriente ad alimentare il grido della censura, anche negli Stati Uniti, infatti, si è contestato l'utilizzo di attori di colore per interpretare i ruoli di schiavi e ladri, e di attori di pelle bianca per interprerare i personaggi di Mosè e dei faraoni egiziani.
Dopo tutto questo diluvio di polemiche, sembra quasi che seguire le orme di Arononfsky non sia stata una mossa saggia per Ridley scott, ma forse un po' furba si.[MORE]
In Usa infatti, Exodus: Dei e Re, già in sala da circa due settimane, ha incassato 39 milioni di dollari, lo stesso fortunato destino lo ha ricevuto recentemente The Interview che dopo le svariariate azioni di boicottaggio ha raggiunto incassi online pari ad oltre 15 milioni di dollari, ottenendo 2.8 milioni di dollari dopo l'uscita natalizia nelle sale cinematografiche, per non parlare poi di Noah che, a marzo, tra una polemica e l'altra ha occupato la vetta del box office Usa raggiungendo un incasso di circa 44 milioni di dollari.
Il cinema sarà anche fatto della stessa sostanza delle opinioni, ma la matematica decisamente no.
Considerando quindi gli incassi, e la presa che hanno avuto sul pubblico le pellicole bandite dell'ultima stagione cinematografica, possiamo azzardare che il buon Ridley Scott con il suo Exodus: Dei e Re può dormire sogni tranquilli, oppure restare ad aspettare sulla riva del fiume di polemiche che lo zombie del suo kolossal passi, rinvigorito dai risultati dei botteghini.
Marcella Cerciello [cinemarcy blog]