Cultura e Spettacolo
Evento San Vitaliano, associazione Forme Culturali
CATANZARO, 16 LUGLIO 2013 - "È vento culturale", la tre giorni di musica e arte organizzata dall'associazione “Forme culturali” in occasione delle festività di San Vitaliano, è stato un viaggio attraverso le vie dimenticate della città. Un viaggio tra le tradizioni.
Quattro artisti e sei musicisti. Pittura, fotografia, incisioni, tamburelli, lira, chitarra battente. Un cantastorie capace di far sorridere e riflettere, Andrea Bressi, seguito da una carovana di piccoli e grandi amanti della musica popolare, cantanti e ballerini.
"L'unico viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi ma nell'avere nuovi occhi" diceva Marcel Proust ne À la recherche du temps perdu, "vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è.” "È vento culturale", la tre giorni di musica e arte organizzata dall'associazione “Forme culturali” in occasione delle festività di San Vitaliano, è stato anche questo.
Un viaggio attraverso le vie dimenticate della città. Un viaggio tra le tradizioni. Quattro artisti e sei musicisti. Pittura, fotografia, incisioni, tamburelli, lira, chitarra battente. Un cantastorie capace di far sorridere e riflettere, Andrea Bressi, seguito da una carovana di piccoli e grandi amanti della musica popolare, cantanti e ballerini.
E poi ancora Martina Ceravolo con i suoi scatti in bianco e nero chiamati a raccontare città e paesaggi. I fumetti dipinti di Paola Loprete, i corpi in movimento di Marco Ronda e le incisioni di Raffaele Colao, tutti studenti dell'Accademia di Belle Arti.
Un bilancio più che positivo per il secondo evento voluto e ideato dall'associazione cittadina, creata al fine di dare vita a commistioni e influenze artistiche in grado di far conoscere le professionalità presenti sul territorio.
Un evento sviluppato in tre giorni che è riuscito nell'intento di fare incontrare piccoli e grandi, tradizione e arte, vecchio e nuovo e insieme fare riscoprire il suggestivo borgo di Largo Prigioni.
Perché spesso volgiamo lo sguardo più in la, convinti che il bello si trovi altrove, troppo abituati a quel paesaggio visto giorno dopo giorno. E, il più delle volte, il viaggio è proprio quello di cui parlava Proust nella sua magnifica opera, un viaggio che non ci porti verso terre lontane ma un viaggio capace di far i osservare con occhi di altri quello che i nostri occhi sono incapaci di guardare.[MORE]