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Europa League: un'Inter Pazzesca, Lazio missione compiuta

Europa League 31 agosto 2012 - Alla fine pareggia e approda all'Europa League un'Interpazzesca dove gli errori difensivi vanificano tutto il buono (e ce n'e' tanto) che la squadra di Stramaccioni propone. Palacio e Guarin - che gioca una mezza partita stratosferica, mentre Zanetti ne gioca splendidamente una intera - recuperano gli sgorbi di Samuel e Castellazzi e la defaillance del giovane terzo portiere Belec. L'Inter non vince ancora in casa, ma l'importante era superare il turno e i nerazzurri ci riescono.

Mister Stramaccioni ha qualche ora per correggere dalla cintola in giu', prima che arrivi Zeman con la sua banda. Piange e fa piangere i 50.000 di San Siro Julio Cesar, in partenza per Londra, che legge un messaggio di saluto e di addio in cui ricorda Coppe e titoli, l'avventura meravigliosa dell'Inter del Triplete. E ha gia' salutato il presidente Moratti e i compagni Maicon che ai tifosi forse mandera' una cartolina dall'Inghilterra dove si trova gia' stasera arruolato da Roberto Mancini e dal suo insaziabile ManCity. Piange e fa fa piangere l'Inter che, dopo mezz'ora nella quale sembrava poter disporre a piacimento del Vaslui che va al passo, e che ha colpito una traversa al 12' con Samuel, incappa in una topica difensiva coi centrali che sbagliano i tempi del fuorigioco e si spalancano di fronte a un lancio di Stranciu per Antel.[MORE]

L'attaccante tenta di aggirare Castellazzi che lo aggancia quando forse poteva anche farne a meno. Rigore ed espulsione.
Stranciu batte Belec, subentrato a Cassano e la partita si mette in salita per i nerazzurri che tirano l'intervallo e che poi sono costretti a riorganizzarsi con Juan Jesus centrale, Nagatomo che torna terzino e Guarin che entra a centrocampo.

Fuori Samuel, sfortunato nell'occasione del gol mancato, colpevole nell'episodio che ha rilanciato le speranze del Vaslui. L'Inter del secondo tempo e' sicuramente diversa: il centrocampo con Guarin ha ben altra autorita', pressa, recupera e ripropone l'azione, anche se Palacio non sempre riesce a fare con efficacia l'unica punta. L'inferiorita' numerica sembra sparita e i nerazzurri attaccano con efficacia anche se devono lasciare qualche spazio in piu' ai romeni. Ma il contropiede vincente e' quello nerazzurro: Coutinho strappa per 30 metri e poi regala d'esterno il pallone del pareggio a Palacio. Sospiro di sollievo, ma non e' finita. Altra topica e nuovo svantaggio.

Stavolta e' il povero Belec (paga pure l'emozione) a mancare l'uscita e a consentire a Varela il comodo gol di testa. Poi finisce bene perche' Guarin mostra ai 50.000 di San Siro di essere un campione. Merita una grande ovazione e tanti replay il suo gol dopo uno slalom speciale tra i difensori avversari. Adesso Stramaccioni aspetta la fine del mercato domani sera: non arrivera' certo un nuovo Maicon (tentera' di far crescere Jonathan che promette bene) ma almeno un vice Milito.

Roma Missione compiuta. La Lazio di Vladimir Petkovic si qualifica senza patemi d'animo alla fase a gironi di Europa league, superando 3-1 gli sloveni del Mura, gia' sconfitti nel Play-off d'andata grazie alla reti di Hernanes e Klose. A firmare i punti dello stadio Olimpico sono Kozak (doppietta) e il redivivo Zarate, schierati dall'allenatore biancoceleste come coppia d'attacco.

Rispetto alla vittoriosa trasferta di campionato contro l'Atalanta, Petkovic vara infatti un ampio turn-over, sostituendo ben sei/11simi della formazione schierata a Bergamo e risparmiando Marchetti, Konko, Ledesma, Mauri, Candreva, Klose (nemmeno convocati, invece, Rocchi e Floccari, con quest'ultimo destinato a cambiare maglia nell'ultima giornata di mercato). A dettare i ritmi del 4-3-3 scelto dal tecnico di Sarajevo sono quindi il giovane mediano Onazi, con ai lati Gonzalez ed Hernanes, mentre in attacco Lulic svaria sulla sinistra in supporto alla coppia formata da Kozak e Zarate.

Le due punte, anche a causa dell'atteggiamento piu' che passivo del Mura (schierato con un prudente 4-5-1), faticano ad entrare in partita ma, non appena si alza il rimo dell'incontro, cominciano a trovare con continuita' la porta difesa da Drakovic. L'estremo difensore degli sloveni, dopo 20' relativamente tranquilli, si trova a dover fare i conti con un vero e proprio tiro al bersaglio fino al riposo. Ad aprire le danze e' Hernanes, imitato poco dopo da Zarate con una bella punizione deviata in angolo. Il gol del vantaggio e' nell'aria e lo realizza Kozak, che controlla dal limite di destro, quindi di sinistro al volo spedisce alle spalle di Drakovic. Passano 240'' e Zarate, servito in area da Scaloni, firma il raddoppio con un destro incrociato rasoterra, chiudendo cosi' un digiuno all'Olimpico che durava dal marzo 2011 (1-0 al Cesena). Il Mura prova ad allentare la pressione con la prima conclusione del match affidata a Fajic, ma e' Drakovic a dover fare gli straordinari su Onazi, Kozak e Scaloni.

Al rientro in campo riparte il monologo della Lazio, subito premiato con la doppietta di Kozak, lesto a bruciare la difesa del Mura per il 3-0 biancoceleste. Petkovic, a questo punto, comincia a pensare alla sfida di domenica contro il Palermo e da' il via al valzer dei cambi, inserendo prima il giovane Rozzi per Gonzalez, poi Candreva per Lulic, infine Konko per Hernanes.

Negli ultimi minuti, a sorpresa e con la complicita' di Bizzarri, e' pero' il Mura a trovare il gol della bandiera, grazie a Travner. Poco male, per la Lazio si aprono lo stesso le porte dell'Europa League.


Fonte (Ansa)