Cronaca
Europa alle corde, dubbi sulla Grecia e Italia verso il baratro
Iseo, 19 Luglio - I colori che caratterizzano la borsa sembrano essere sempre gli stessi: si passa dal rosso profondo , il colore dominante della caduta, al nero, il colore che scandisce e caratterizza le giornate, soprattutto di lunedì e di venerdì . Certo si dirà che la crisi economica è globale e tutti i mercati ristagnano e tremano. Ma è evidente che si racconta solo una mezza verità. Cina e India, assieme a tanti altri paesi, crescono comunque a ritmi sostenuti, anche nella crisi. E' vero il fatto, da molti sostenuto, che l'Europa soffre particolarmente in questo periodo e si trova sotto l'assedio degli speculatori. E' però innegabile che il vecchio continente paga di colpo la sua mancanza di determinazione e l'incapacità a decidere una buona volta se si debba o meno salvare la Grecia.[MORE]
Qualsiasi uomo di buon senso, anche se non economista o politico, avrebbe, di primo acchito, optato per la salvezza. Ma in Europa si fanno ancora tante cose incomprensibili, senza senso, senza capo né coda o controproducenti. Qualche paese europeo sta peggio, si dirà, basta vedere la Grecia, il Portogallo, l'Irlanda e anche la Spagna. Ma se questi paesi piangono, all'Italia non è concesso ridere, nonostante una manovra economica approvata in poche ore e nonostante perseverasse in tanti illusi la convinzione che dalla crisi ne saremmo usciti prima e meglio di altri paesi.
Certo, in quanto accade si sente la mano della speculazione, ed è anche giusto aprire inchieste per capire chi trama o rema contro il paese. Ma si deve anche capire che i mercati sono così per natura a volte, e giocano al ribasso laddove ne esistono le condizioni. I mercati sono anche e spesso speculazione, e inutile nasconderlo. Sono speranza, illusione, convinzione e anche scommessa. Resta da vedere allora che cosa non convince i mercati nonostante tutto. E' subito detto. La manovra economica è troppo sbilanciata, troppo proiettata nel futuro, sembra destinata a tempi migliori o a governi diversi. E poi chi ancora può credere in questo governo, che ogni giorno vivacchia alla meno peggio, più per salvare se stesso ed il suo premier che per salvare il paese.
Che significato attribuire alla copertina di ieri del Der Spiegel ?, che titolava "Ciao Bella". Era un saluto amaro. Nell'articolo contenuto, si parlava del più bel paese del mondo portato ad un declino inesorabile dal suo Premier, invischiato in processi continui, coinvolto in scandali continui, poco credibile in patria, squalificato ed impresentabile all'estero. Non c'è speranza di salvezza per un paese siffatto erano le conclusioni. Ma anche non volendolo, come non accorgersi che è aria di crisi: quella che spira e invade ogni angolo d'Italia, crisi economica e di valori, crisi morale e di identità. E' un paese statico, immobile, ripiegato su se stesso, dove Il poco dinamismo accompagna un declino che pare inevitabile ed inarrestabile in queste condizioni. A scatenare i mercati ci ha pensato la percezione, quando non la convinzione, che il nostro governo non è in grado di durare, di reagire, di prendere misure serie in grado di contrastare gli eventi.
La percezione di una continua fibrillazione politica di certo non aiuta, dove l'indecisione cronica si accompagna alla caduta di consensi, inevitabili durante gli scandali e nella crisi. La rabbia dei cittadini cresce contro le misure, contro una casta sempre più distante, che lotta con convinzione solo per salvare se stessa e i suoi incredibili privilegi. E' possibile credere in un paese in queste condizioni, guidate da questo Presidente del Consiglio, retto da una maggioranza litigiosa, che affida se stessa ed i suoi programmi nelle mani di Scilipoti e dei responsabili raccattati sulla piazza ? Certamente no. Non meravigliamoci perciò se non ci credono nemmeno i mercati ed operano di conseguenza, scommettendo su una inevitabile caduta, del governo ma anche dell'Italia.
Ivan Zatti