Cronaca

Errori in graduatoria, pompieri licenziati mentre scavano nel fango. Cinque anni dopo il concorso

MESSINA, 13 DICEMBRE 2011 – Alzarsi una mattina, fare colazione, andare a lavoro e tornarsene a casa da disoccupati. No, non è una più o meno apocalittica visione degli effetti della crisi economica sul nostro paese, ma quanto successo – realmente – a sette vigili del fuoco, licenziati così – da un minuto all'altro – mentre ancora scavavano nel fango messinese. Il motivo? Una “svista” nelle graduatorie. Fatte cinque anni prima.[MORE]

Tutto ha origine nel 2006, quando i sette (ex) vigili del fuoco partecipano al concorso, aperto solo a volontari, bandito dal ministero dell'Interno per undici posti a Lipari. Tutti e sette, evidentemente, riescono ad entrare nei posti richiesti dopo il test di cultura generale e quello fisico. Cinque anni dopo, però, il ministero si è accorto che alcuni candidati – rimasti fuori graduatoria – avevano requisiti migliori di loro, e quindi ha tranquillamente rivisto la graduatoria, licenziando i sette per assumere gli ex scartati, come se questa modifica avesse dei risvolti solo sulla carta.

«Abbiamo tutti dei figli» - dice Daniele De Vardo, uno dei sette licenziati - «abbiamo fatto progetti in questi anni, io ho aperto anche un muto. Adesso alcuni di noi si sono iscritti all'ufficio di collocamento. Ma io non so fare altro, sono un pompiere. Il nostro motto è “dove tutti scappano, noi andiamo”, per salvare i nostri concittadini. Ora siamo noi a chiedere aiuto».

Per Sergio Impellizzeri, poi, oltre al danno si è aggiunta anche la beffa. Come racconta all'edizione palermitana del quotidiano “La Repubblica”, infatti, «in un primo momento la mia richiesta di partecipazione al concorso del 2006 era stata bocciata perché ritenevano non avessi i requisiti, ma ho fatto ricorso, ho chiesto che venissero valutati meglio e alla fine mi hanno accettato: perciò i miei requisiti sono stati controllati più volte. Non possono dirmi adesso, dopo cinque anni di lavoro, dopo altri concorsi banditi ai quali nessuno di noi ha partecipato perché già assunti, dopo tutti questi sacrifici ora cosa facciamo?»

Un'altra beffa arriva – come riporta il già citato quotidiano – che l'intera squadra è stata spesso oggetto di encomi, che però non sono bastati alla “fredda burocrazia” per dire che quei sette vigili, al di là dell'avere o meno i requisiti, quel lavoro evidentemente sono in grado di farlo.

 


Andrea Intonti