Error 404, un mix energetico: intervista ai TOOT

mercoledì 3 febbraio, 2016

SOVERATO (CZ), 03 FEBBRAIO 2016 - Abbiamo fatto qualche domanda ai TOOT, trio romano che, dopo due EP (Loading e Please Wait), ha appena sfornato il suo primo energico disco. Error 404 è prodotto da Sostanze Records (etichetta di musica elettronica indipendende) ed è figlio di molteplici contaminazioni musicali.
Buona lettura!

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Presentateci la band e spiegateci il vostro nome.
I TOOT sono un progetto musicale formatosi nel dicembre 2011 a Roma, composto da Flux (dj, basso elettrico, voce), Luca (chitarra, voce), Michele (batteria, produzione). Il nostro nome proviene dall’acronimo di un vecchio progetto indie rock che avevamo, il quale dopo vari cambiamenti di formazione, ha visto l’entrata di Flux, con relativo cambio di sound e contaminazioni elettroniche di base già presenti.

Come ha preso forma il vostro sound? Da quali ascolti siete stati contaminati?
Come credo sia successo ad altri prima di noi, i nostri ascolti sono simili ma ogni elemento del gruppo, ha una preferenza in particolare. Infatti, Luca, ha un’educazione funky e crossover, Michele invece industrial e metal, Flux lanciato a capofitto nell’elettronica.
L’unica cosa da fare era fondere tutto in un mix di chitarroni e batterie strumentali con un bel tappeto di synth a sostegno del tutto. Il risultato è stato il nostro Error404!

Qual è stato il momento in cui vi siete resi conto che ERROR 404 stava venendo alla luce?
Settembre 2014, tornati dalle vacanze ci siamo ritrovati nella nostra sala prove. Abbiamo cominciato a fare 2+2, e ad un tratto, abbiamo sentito la necessità di incidere quello che avevamo in mente nel miglior modo possibile. Taccuino e penna alla mano abbiamo fatto una lista dei nostri buoni propositi, e dopo qualche mese eccolo lì.
Quello che poi ci ha permesso di far venire alla luce L’album è stata la vincita del concorso Fuoriscena al Circolo degli Artisti di Roma, il quale ci ha finanziato ci ha finanziato le registrazioni presso il Cosecomuni Recording Studios, supportati durante le registrazione di Alessandro Sgreccia e Federico Coderoni dei Velvet.
E così siamo riusciti a tirarlo fuori dai nostri cervelli.

Che cosa eredita il vostro ultimo lavoro dagli EP che l'hanno preceduto?
Sicuramente una migliore cognizione del “mix” di rock ed elettronica che avevamo in mente.
Credo che i precedenti lavori ci abbiano permesso un taglio preciso nelle quantità di elettronica e parte strumentale, scegliendone la giusta quantità. E’ stata una delle nostre priorità riuscirie a far rientrare ogni pezzo nel giusto contesto.

Qual è l'impatto della vostra musica dal vivo? Come reagisce il pubblico?
Come puoi giudicare dai nostri sorrisoni, l’impatto è bellissimo! Riusciamo sempre ad avere un bellissimo feedback dal pubblico e questo molte volte è sintomo di riuscire a trasmettere energia positiva a chi ti sta ascoltando.

Parlateci del videoclip di Nobody is Dancing.
Girare il video di Nobody is dancing è stato un gran lavoro svolto da il nostro videomaker, Maurizio Stanzione, supportato durante la fase di montaggio dal nostro chitarrista Luca.
Fondamentalmente il video è una fusione di uno sfondo psichedelico, in cui si intrecciano colori e materiali che interagiscono con noi, intenti a suonare il pezzo.

A livello nazionale vi ha interessato qualche recente uscita discografica o siete stati colpiti da un particolare concerto?
Anche se non è proprio recente, sicuramente Clap!Clap! con TAYI BEBBA. E’ stata una delle produzioni made in italy migliori degli ultimi anni.
Il ragazzo vola!

Volete salutare i lettori di GrooveOn con tre – anche più – album che sentite in dovere di consigliare?
Senza dubbio ti dico Songs for the deaf dei Queens of the stone age, che ci accomuna tutti e tre.
Blood sugar sex magik dei Red hot chili peppers
The downward Spiral dei Nine inch nails

Federico Laratta

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