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Erebus, un concept album "multimediale": intervista ai Moustache Prawn

VITERBO, 25 FEBBRAIO 2015 - Ieri è stato pubblicato Erebus, il secondo album dei Moustache Prawn per Piccola Bottega Popolare e MArteLabel. Il disco è distribuito da Audioglobe e The Orchard, è in promozione con Promorama ed è stato realizzato con il supporto di Musicraiser.
Una fantasiosa storia fa da cornice a questo concept album intriso di sperimentazioni e proteste. Il trio originario di Fasano dimostra di saper giocare le proprie carte all'interno del calderone dell'alternative rock italiano. Qui di seguito ci raccontano un po' di curiosità sui Moustache Prawn e su Erebus.

Buona Lettura!

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Avete iniziato a suonare insieme quando eravate ancora minorenni e nel 2010 siete diventati i Moustache Prawn, come ricordate quel periodo?
È stato un periodo molto strano…Giravamo sotto il caldo torrido come disperati, con magliette nere con su disegnata la faccia incazzata di Kurt Cobain, per cercare dei locali in affitto in cui suonare…Ovunque suonassimo, i vicini si lamentavano. Poi per caso abbiamo trovato un bassista, Ronny, che aveva anche un locale in cima alla terrazza e a due passi dal cimitero. Abbiamo iniziato a suonare con lui, a suonare cover, a suonare pezzi nostri, a registrare con Audacity e a trovare fili di rame arancioni per terra con le sembianze di antenne di gambero.

Biscuits vi ha permesso di farvi notare e di suonare all'estero, in vari club italiani ed al concertone del Primo Maggio a Roma. Cosa vi portate dietro da queste esperienze e, musicalmente, da questo disco?
Con Biscuits abbiamo un rapporto di amore-odio. È il nostro primo disco, rappresenta un periodo importante e gli vogliamo bene, però rimpiangiamo ogni giorno di averlo chiamato in quel modo. Comunque sia è il disco che ci ha permesso un pochino di emergere ed è frutto di un lavoro spontaneo, a differenza del secondo, molto più studiato e curato nei minimi particolari.

Erebus è il vostro nuovo lavoro discografico, di cosa parla questo concept album articolato in 13 tracce?
Erebus è una montagna situata su Marte, un vulcano dell’Antartide nel quale cratere finì un aeroplano con quasi 300 passeggeri e, nella mitologia greca, il figlio di Caos e il fratello della notte. Tutto questo con la storia non c’entra un cazzo, o quasi. Si parla di un’isola nell’Antartide, di scienziati disturbati, di bestie geneticamente modificate, di chimere, di mostri, di uomini sulla Luna, di filastrocche, di telescopi, di agguati e di viaggi per i sette mari.

Per le registrazioni avete usato diversi strumenti molto diversi tra loro ed alcuni molto strani. Perché questa scelta e come li avete usati?
In Erebus abbiamo avuto la piena libertà artistica. Avevamo soprattutto il tempo di fare le cose, e di mettere in pratica qualsiasi idea ci saltasse per la mente. Abbiamo registrato nello studio della nostra etichetta, la Piccola Bottega Popolare, e il nostro fonico, Graziano Cammisa, è un tipo a cui piace sperimentare. Ogni giorno se ne veniva in studio con qualche oggetto mai visto e ci sottoponeva ad esperimenti strani con stetoscopi e strumenti turchi e chi più ne ha più ne metta.

Come è nata l'idea di ricorrerere a Musicraiser e cosa ne pensate del crowdfunding?
L’idea di Musicraiser è nata quando volevamo fare un sacco di cose bellissime ma in tasca non avevamo un becco di un quattrino. Il crowdfunding per noi è una bella cosa. Non capiamo quelle persone che lo criticano. Cazzo è una piattaforma che ti permette di sostenere le colossali spese di un disco attraverso l’aiuto dei tuoi fan! Che cosa c’è che non va in questo?

Solar è il vostro primo singolo, spiegateci cosa significa il videoclip e se possibile dateci qualche indizio sulla continuazione...
Solar è il primo videoclip che anticipa l’uscita dell’album. È stato scritto e diretto da Gianvito Cofano e Alberto Mocellin, ossia Acquasintetica. Abbiamo provato a raccontare la storia presente nel disco ma in chiave moderna, attraverso un adattamento. In questo modo proveremo a raccontare Erebus in quattro modi diversi: letteratura, musica, cinema, disegno. Nel video ci siamo noi tre, degli hacker amanti degli animali e della natura, che viviamo in un capannone circondati da computer e che, con il nostro orso virtuale, tentiamo di distruggere i guerrieri digitali che difendono i siti delle grandi multinazionali che sfruttano gli animali. Ma qualcosa va storto. E la Darwin Corporation ci scopre. Ci vengono a prendere con delle maschere antigas e ci portano via. Nei prossimi video si scoprirà cosa ci è successo dopo e cosa c’è dietro a questa misteriosa Darwin Corporation…

Dal vivo come presenterete Erebus?
Cercheremo di raccontare Erebus anche dal vivo, ma non con le parole. Stiamo allestendo un vero e proprio spettacolo in cui succedono cose strane e impreviste.

Il maggiore livello musicale raggiunto con Erebus vi potrebbe portare anche a confrontarvi su un piano internazionale, forti anche dei brani scritti in inglese. È un'ipotesi che avete considerato per il vostro prossimo futuro?
È un ipotesi che consideriamo, anche se è un’impresa ardua. Con questo Erebus speriamo di fare grandi cose, perché è stato davvero un lavoraccio che ha coinvolto tantissima gente e che molte volte non ci ha fatto dormire. Speriamo di riuscire ad avere un riscontro all’estero, ma per il momento pensiamo a portare in giro questo progetto in Italia.

Salutate i lettori di GrooveOn consigliandogli tre dischi la cui conoscenza è, secondo voi, fondamentale?
Te ne diciamo tre che ci hanno fortemente ispirati: “On the Aeroplane over the Sea” dei Neutral Milk Hotel, “Veckatimest” dei Grizzly Bear e “Nights Out” dei Metronomy. Un saluto ai lettori di GrooveOn, speriamo di vedervi presto in qualche nostro concerto.

 

 

Federico Laratta

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