Cronaca

Agguato sul litorale romano, muoiono due boss della Banda di Ostia

OSTIA, 22 NOVEMBRE 2011 – I due pregiudicati che hanno perso la vita nella sparatoria avvenuta oggi nei dintorni di Via Forni (Ostia) sono stati identificati come due boss della “Banda di Ostia”, una associazione di stampo mafioso non dissimile alla famigerata “Banda della Magliana”.[MORE]


Francesco Antonini (detto “Sorcanera”) e Giovanni Galleoni (detto “Baficchio”) non hanno solo il soprannome a testimoniare la loro militanza in una banda capitolina, i due malviventi erano già noti alle forze dell’ordine come due dei 16 arrestati durante l’operazione “Anco Marzio” del 2004. L’operazione si poneva l’obiettivo di sgominare una organizzazione criminale nata dalle ceneri della ex-Banda della Magliana. Nel 2005, in seguito all’arresto del latitante Emidio Salomone, l’operazione giunse a conclusione.


Secondo il Sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Le bande criminali continuano a spararsi nei quartieri di Roma. Mi dispiace dirlo, ma la risposta dello Stato fino ad ora è apparsa inadeguata. Nonostante i miei ormai numerosi richiami ed allarmi, sia in pubblico che in privato, non emerge né una strategia complessiva, né una adeguata copertura dei territori più a rischio. Ora basta, è necessario che il nuovo Ministro degli Interni e il Capo della Polizia prendano misure drastiche senza più nessun rinvio. La Capitale deve essere difesa da un assalto di criminalità organizzata senza precedenti dagli anni '70'».


Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli punta invece il dito verso le istituzioni, accusandole di grave negligenza: «Roma è ormai come la Chicago degli anni venti. Un territorio senza regole dove la criminalità regola i conti con il piombo. E la dinamica del duplice omicidio di oggi a Ostia vede l'ennesima escalation di una vera e propria guerra criminale che sta disegnando uno scenario a colpi di omicidi identico a quello caratterizzato dalla banda della Magliana. Ostia è un territorio che è sempre stato luogo di concentrazioni di illeciti malavitosa con infiltrazioni mafiose nella gestione di alcuni stabilimenti balneari, infiltrazioni di racket e gestione di attività economiche da parte della criminalità organizzata. Il lassismo nel contrastare il fenomeno unito allo scarso controllo del territorio sono due tra le principali cause della recrudescenza criminale che vive oggi la Capitale e che sono diretta responsabilità del sindaco Alemanno, il quale dopo aver sbandierato in campagna elettorale la questione sicurezza oggi accampa solo scuse per eludere le proprie gravi carenze»


Andrea Portieri