Cultura e Spettacolo
Enzo Miccio a Roma: nella capitale impazza la Wedding-planner mania
ROMA, 9 FEB. 2011 - La prima volta a Roma di Enzo Miccio è stata salutata con entusiasmo e coronata da un “tutto esaurito”. Il corso per aspiranti “Wedding Planners” organizzato dalla Publiglobe - network nazionale specializzato nella comunicazione pubblicitaria e organizzazione di eventi - ha registrato il boom di iscrizioni. Grazie alla frequenza delle lezioni del più grande insegnante di stile, cerimonia e bon ton, conduttore su Discovery Real Time della trasmissione “Wedding planner”, i corsisti hanno appreso i “Segreti del matrimonio perfetto”. [MORE]
Il grande successo della prima edizione romana del corso di formazione ha spinto la Publiglobe a progettarne una seconda che avrà sempre una durata di 32 ore, tra lezioni di teoria e pratica. Sarà articolato in quattro giornate full immersion e verranno affrontati tutti gli argomenti necessari allo svolgimento della professione del Wedding Planner. Le lezioni si terranno all’ Hotel Parco Dei Principi, in via G. Frescobaldi n.5 - Roma dal 5 all'8 marzo 2011. Gli orari di svolgimento delle lezioni saranno i seguenti: dalle 09.30 alle 13.30; dalle 14.30 alle 18.30. Il corso prevede un numero chiuso di partecipanti (max 30 posti). Le iscrizioni sono già aperte. Inoltre, per chi si iscriverà entro il 15 febbraio ci sarà un 20% di sconto.
Ulteriori informazioni sono reperibili su www.wedding.publiglobe.it, responsabile corso dott.ssa Francesca Sorrentino (tel. 085 9435466; fax. 06 97253884; mobile: 345 6838558;
email: francesca.sorrentino@publiglobe.it ).
INTERVISTA A ENZO MICCIO
- Per la prima volta sei sbarcato a Roma con corso Publiglobe per aspiranti Wedding Planners, com'è andata?
Molto bene. Ci sono state molte iscrizioni. Nel corso Publiglobe erano rappresentate tante regioni e tante età, tanta gente di Roma ma anche del Sud Italia. C'erano giovanissime alle prime armi ma anche donne più adulte con alle spalle altre esperienze nel mondo dei matrimoni. Questo corso è stato per loro un modo di entrare in punta di piedi nella fase dell'organizzazione.
Cosa hai suggerito loro?
Come prima cosa che l'errore più grande che possono fare dopo il corso è pensare di poter subito cimentarsi in grandi cose, senza aver accumulato una buona esperienza. Facendo così si rischia di bruciarsi, facendo dei flop e brutte figure. Le spose sono molto esigenti, bisogna stare attenti perchè si fa in fretta a perdere la credibilità. Il mio consiglio è , dunque,“step by step”. Quella del Wedding Planner è una professione che deve crescere pian pianino.
Perchè hai deciso di iniziare a tenere corsi in giro per l'Italia?
Il mio sogno era quello di far sì che tutte le spose, di qualsiasi ceto e posizione sociale, potessero permettersi un wedding planner. Insomma, volevo far diventare popolare questa professione. Non un servizio di lusso ma un servizio per tutti.
Con che bagaglio vanno via le ragazze che hanno frequentato le tue lezioni e qual è la prima cosa che devono
fare per iniziare ad essere delle vere Wedding planners?
Innanzitutto devono fare i conti con loro stesse. Io appena inizio la lezione dico sempre “Ragazze fare la wedding planner non è tutto fiocchi, tulle e nastrini. E' una vita molto dura”. Tendo a scoraggiarle perchè non voglio vendere loro fumo, è giusto che sappiano a cosa vanno incontro. Molte sono inconsapevoli di quello che è l'organizzazione dell'evento perchè magari vedono i programmi tv che non mostrano tutto quello che c'è da sapere e anche perchè vedono persone senza esperienza e capacità che si improvvisano nel settore. Il mio consiglio è sempre quello di fare tanta gavetta, stage e formazione. Le spose oggi sono molte informate, viaggiano su internet, chiedono, si confrontano, quindi se il wedding planner non è preparato viene subito stanato e denigrato.
- Perché hai deciso di dedicarti ai matrimoni e come hai iniziato?
Faccio matrimoni da undici anni. Ho iniziato per caso, ho fatto un primo matrimonio nel lontano 1999 e dopo ho affiancato una carissima persona che stava organizzando il matrimonio di sua figlia e aveva bisogno di un consulente per diverse scelte: la scelta dell'abito, di una location, un progetto scenografico ecc. Questo è stato il mio battesimo ufficiale. Si trattava per la prima volta di lavoro, non era più il matrimonio fatto all'amica o alla cugina, era un vero e proprio incarico. Da allora son passati unidici anni e quella professione è ormai diventata la mia vita. Per me non c'è più distinzione tra vita privata e professionale. C'è una fusione totale tra le due, perchè questo è l'unico modo che mi permette di dare la totalità alle mie spose che sono molto esigenti e si aspettano da me tantissimoe mi affidano il loro giorno più bello. E' una vita di sacrifici che faccio con grande gioia.
- Che consigli dai alle wedding planner in erba?
Di studiare e di non improvvisarsi, di cercare di far formazione il più possibile. Per questo motivo ho deciso di iniziare a fare il docente. Da due anni faccio corsi a Milano e, adesso grazie alla Publiglobe, per la prima volta a Roma. Penso che l'unico modo per arricchire la nostra figura professionale, per renderci agli occhi degli altri credibili sia la professionalità. Occorre conquistarci la fiducia delle spose con il lavoro. Siccome mi ero accorto che sul mercato c'erano molte persone con poca esperienza, che si approcciavano a questo lavoro in maniera superficiale dando ai clienti un prodotto mediocre ho deciso di partire con un progetto di formazione per far capire cosa significasse davvero fare wedding planner. Il messaggio che arriva dal mio programma televisivo non riesce a riassumere in 50 minuti tutto ciò che c'è dietro a questa professione. La tv punta di più sull'aspetto spettacolare dell'evento ma fare il wedding planner è molto altro, è un lavoro di responsailità.
- Da dove prendi lo spunto per gli allestimenti che crei?
La creatività non si può comandare o domare. Ci sono momenti in cui non mi vengono idee poi magari mentre passeggio, vedo un film, vado a teatro o semplicemente sfoglio un libro mi viene l'illuminazione. La cosa importante è fermarla subito su carta perchè io ho una memoria terribile e potrei dimenticarmene! Per questo motivo viaggio sempre con fogli e penna. Mentre se si parla di progetti personalizzati l'idea viene sul posto. Io vado sempre a fare sopralluoghi due tre volte, in diverse ore del giorno e della sera. Cerco di sognare ad occhi aperti pensando a come quella location possa trasformarsi il giorno delle nozze. Poi molto dipende anche da cosa chiedono i clienti, dalle loro esigenze e dal tipo di matrimonio che hanno intenzione di fare.
- Quando organizzi un matrimonio, immagino tu debba fare anche un po' da psicologo?
Sempre. Devo fare un po' da piscologo, da confessore, da amico, insomma divento parte dell'evento stesso!
- Qual è secondo te l'elemento più importante ed immancabile nel look della sposa?
Sicuramente il velo. La magia dell'ingresso in chiesa con una sposa velata è impagabile. E' la ciliegina sulla torta. Qualcuna ne vuole fare a meno, altre vogliono fare le anticonformiste, altre ancora preferiscono il velo corto, però devo dire che sta nuovamente prendendo piede. C'è stato un periodo in cui se ne vedevano molti meno ma adesso, per fortuna, sta tornando la vecchia tradizione.
- Oggi il bon ton e la tradizione hanno lasciato spazio a nuove usanze. Qual è l'elemento della tradizione secondo te imprescindibile?
Bisogna fare un netto distinguo tra cerimonia e ricevimento. Se si opta per un matrimonio tradizionale, classico, in chiesa io sono per il rispetto del luogo che ci ospita, del luogo di culto, e quindi io prediligo la sobrietà. Per il ricevimento posso essere più disponibile ad eccessi e stravaganze. Certo, non mi piace lo strafare a tutti i costi, il “famolo strano”. Mi piace l'innovazione, mi piace la raffinatezza, mi piace l'azzardo di due colori diversi, mi piace osare con tessuti particolari e, soprattutto, mi piace la dinamicità. Il matrimonio è stato sempre considerato un evento pesante. La gente si stanca, si stufa di stare a tavola per ore. Per questo nell'organizzazione la dinamicità è fondamentale. Io suggerisco di fare un aperitivo un po' lungo, una cena a tavola veloce e un bellissimo dopocena intorno ad una torta scenografica.
- Come vivi la notorietà?
Con una grande mia gioia personale interiore ma anche con grande serenità. Ogni volta che una persona mi ferma per strada ne sono felice, avrei voglia di abbracciarli tutti e ringraziarli. Il successo per me non è stato premeditato, studiato a tavolino. E' arrivato senza aver costruito nulla per farlo arrivare, insomma con naturalezza. Io sono esattamente quello che si vede in televisione. Non ho un personaggio da recitare, non sono un presentatore ma sono un professionista che presenta il suo prodotto e quindi probabilmente la gente mi ama perchè si accorge della mia autenticità. Su Sky non presento un programma ma do suggerimenti, gioco con le persone, suggerisco cosa sarebbe meglio fare per diffondere un po' di buon gusto visto che ne abbiamo tanto bisogno, è un raggio di luce in questo grigiore!!!