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26 agosto 2004. Iraq, città di Najaf. Un giornalista freelance italiano, Enzo Baldoni, viene rapito dall'Esercito islamico dell'Iraq, organizzazione legata ad Al-Qaida. Per liberarlo, il gruppo chiederà il ritiro, entro 48 ore, delle truppe italiane in Iraq, impegnate nella seconda guerra del Golfo.
[MORE]Enzo Baldoni è un copywriter e volontario per la Croce Rossa. La grande passione per il giornalismo, insieme a quella per i viaggi, lo spinge a partire per l'Iraq. Scrive di terzomondismo e guerriglieri, ora vuole raccontare la sofferenza della guerra, le atrocità delle armi.
"Si è parlato molto di morte in questi giorni: della morte serena di Zio Carlo, filosofo e yogi, che forse sapeva la data del suo trapasso. Guardando il cielo stellato ho pensato che magari morirò anch'io in Mesopotamia, e che non me ne importa un baffo, tutto fa parte di un gigantesco divertente minestrone cosmico, e tanto vale affidarsi al vento, a questa brezza fresca da occidente e al tepore della Terra che mi riscalda il culo. L'indispensabile culo che, finora, mi ha sempre accompagnato".
Scriveva così sul suo blog iracheno Bloghdad, il primo giorno di racconti. Il 26 agosto 2004 vola via in cielo, giustiziato dai suoi carcerieri.
Dieci anni dopo, mentre il mondo piange James Foley, giornalista vittima dello stesso tragico destino, anche InfoOggi e tutta la redazione, vuole ricordare e ringraziare Enzo Baldoni, che sperava in un un mondo di pace, raccontando la brutalità della guerra.