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Enotria città di Catanzaro calcio a 5 è promossa in serie C2! L'intervista all'allenatore.
"Una cavalcata emozionante!". Con queste parole, Francesco Cundò, mister della squadra di calcio a 5 "Enotria città di Catanzaro", ha sintetizzato la stagione della sua squadra, culminata con la vittoria del campionato dilettantistico e la conseguente promozione in serie C2.
A seguire l'intervista con l'allenatore.
Dopo un campionato di serie D così intenso, culminato con la promozione in serie C2, sono sicuro che le emozioni siano state tante. Come valuta la prestazione dei suoi ragazzi durante questo lungo percorso?
Senza ombra di dubbio è stata una cavalcata emozionante. Siamo partiti i primi di Ottobre con l’obiettivo di vincere, memori della deludente esperienza dello scorso anno, dove oggettivamente ci eravamo affacciati al campionato con molta superficialità. Quest’anno abbiamo fatto qualche giusto innesto che ha alzato sicuramente il livello qualitativo della squadra, aumentando e non di poco l’esperienza e la professionalità in campo. Questo campionato è stato molto competitivo e, nonostante la vittoria, devo dire che tutte le squadre hanno lottato fino all’ultima giornata. Sono convinto che, tra le avversarie affrontate, ci siano alcune squadre già attrezzate e pronte per gareggiare in C2.
Un campionato vinto con statistiche molto importanti. 54 punti totalizzati, frutto di 17 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta (avvenuta a tavolino). Una difesa granitica con sole 48 reti subite (di gran lunga la migliore del campionato) e un attacco molto equilibrato, che ha avuto come migliori marcatori della squadra Adriano Carnevali e Giuseppe Posella (entrambi con 20 goal). Oltre questi dati, cosa secondo lei ha fatto la differenza per vincere questo campionato?
Leggere le statistiche finali fa sicuramente piacere. Soprattutto il dato riguardante la miglior difesa è per me motivo di orgoglio, poiché come allenatore sono un convinto difensivista che fa appunto della difesa il suo punto di forza. Un altro elemento soddisfacente è stato quello di essere rimasti imbattuti sul campo. Sono state poche le squadre in grado di metterci in difficoltà e, se siamo riusciti a non piegarci a nessuno, il merito va sicuramente alla nostra compattezza. I miei giocatori sono stati molto bravi. Non parlerei di singoli ma di squadra perché tutti hanno dato il massimo. E' indubbio il fatto che la mia squadra possieda dei giocatori molto tecnici come il capitano Carlo Tavano, il quale ha guidato la squadra da vero leader, un autentico “faro” in grado di orientare tutti i compagni sia dentro sia fuori dal campo. Anche il neo acquisto Giuseppe Posella si è comportato molto bene, così come Marco Bruni, Giuseppe Amendola, Adriano Carnevali, il veterano Giuseppe Santise detto "Tiger" e così via. In realtà meriterebbero di essere menzionati tutti.
La forza del collettivo è sicuramente importante e penso che uno dei suoi meriti sia stato sicuramente quello di essere riuscito a creare un gruppo coeso, col giusto mix tra giocatori giovani e più esperti. Qual è il metodo migliore per riuscire a gestire tanti ragazzi? E come si crea una mentalità vincente?
Rispetto allo scorso anno siamo stati più squadra e meno gruppo. Per arrivare a questo punto è stato importante costruire le fondamenta della nostra squadra. In particolare durante gli allenamenti settimanali, dove c’è la possibilità di osservare in tutta tranquillità i giocatori e fare le opportune scelte. Purtroppo nella nostra squadra, quest’anno, ci sono stati un po’ di problemi riguardanti il numero delle presenze numeriche, in quanto essendo una categoria dilettantistica nella maggior parte dei casi chi gioca lo fa per passione e avendo in rosa tante persone che devono dividere la loro giornata tra lavoro, famiglia, studio e tanti altri impegni non sempre è facile averli tutti a disposizione. Se mi posso attribuire un merito, credo di essere stato bravo nel mantenere gli equilibri nella gestione dello spogliatoio, cercando in tutti i modi di avere quante più persone possibili durante le attività. Per il resto che dire per vincere occorrono tanto impegno e dedizione e, in particolar modo, dare tutto quello che si ha a disposizione per un bene comune. Anche le sconfitte e le delusioni, se analizzate nella giusta maniera, possono contribuire a plasmare una mentalità vincente.
In un’intervista recente ha affermato quanto, durante questo percorso, non siano di certo mancate le difficoltà, quale ad esempio l’infortunio del vostro portiere titolare Mattia Mastellone. Come si può uscire da questi momenti?
E’ assolutamente vero. Tante volte, quando una stagione volge al termine, si va ad analizzare solo il risultato finale, non ciò che è accaduto durante l’anno. Siamo stati perfetti nell’arco di questa stagione, però ci sono stati anche tanti problemi. Uno di quelli, come già citato prima, riguarda la scarsa presenza che spesso si è registrata durante gli allenamenti. Da un punto di vista tecnico l’infortunio di Mattia Mastellone alla terzultima partita del girone d’andata ci ha messo in stato d’allarme. Parliamo di un portiere preso da categorie superiori e inserito nel nostro organico per fare la differenza. Purtroppo ha dovuto lasciare il campo per un brutto infortunio, cioè la rottura del crociato. E’ stata una notizia che ha messo in agitazione un po’ tutti. Lì siamo stati a un bivio fondamentale della stagione. Fortunatamente, chi l’ha sostituito, parlo di Cristian Trapasso e, in particolar modo, “Giorgione” Cosentini hanno dato il massimo per sopperire alla sua assenza.
La prossima stagione è già alle porte. Ci sarà qualche ritocco o la squadra è già pronta per il salto di qualità nella serie C2?
La squadra dovrà essere necessariamente puntellata e ampliata; saranno fatte delle valutazioni tecniche e prese le giuste decisioni. E’ innegabile come il salto di categoria dia molta più visibilità e la possibilità di calcare palcoscenici più prestigiosi, così com’è anche vero che sarà necessario un impegno maggiore nel giocare con tante squadre di certo più preparate e agguerrite. C’è bisogno quindi di una squadra sempre presente e disponibile. Poi, avendo anche una scuola calcio, mi sono posto l’obiettivo di provare a inserire nella rosa qualche giovane leva, così che possano essere “svezzati” e dare un aiuto concreto alla squadra.
Un’ultima domanda. Ha qualche dedica in particolare dopo aver vinto questo campionato?
Questa vittoria vorrei dedicarla in particolar modo a mia figlia Gioia, come risarcimento per tutto il tempo che le ho tolto per allenare la squadra. Ci tenevo a chiederle scusa e, anche se ancora molto piccola, spero sia orgogliosa di me.