Cronaca
Ennesima tragedia a sud di Lampedusa, affonda barcone: si contano i morti
LAMPEDUSA (AG), 12 MAGGIO 2014 - L’ennesima tragedia nelle acque a sud di Lampedusa. Un altro viaggio della speranza trasformatosi in viaggio di morte. Un altro barcone con a bordo circa 400 migranti è affondato, quest’oggi, tra la Libia e l’isola siciliana, o italiana, o meglio ancora europea.
Al momento oltre 210 persone sono state tratte in salvo, ma sono circa 20 i corpi senza vita recuperati: una cifra che, nelle prossime ore, sarà sicuramente destinata ad aumentare. Difficile capire cosa sia successo, quale sia stata la causa del disastro.
Le autorità italiane sono state informate dall’equipaggio di un rimorchiatore che lavora per conto di alcune piattaforme petrolifere presenti a 50 miglia dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa. Lo stesso rimorchiatore, e altri mezzi commerciali, sono stati i primi ad offrire soccorso ai migranti. Sul posto sono arrivate le unità navali dell’operazione “Mare Nostrum”. Si tratta della fregata Grecale e del pattugliatore Sirio. La Marina militare informa, inoltre, come anche «l’elicottero del Grecale è decollato per recarsi nel più breve tempo possibile sul luogo del naufragio per dare assistenza».
A delineare in maniera concisa quale sia l’attuale situazione le parole del comandante di porto Lampedusa, Giuseppe Cannarile: «Non si sa ancora quante fossero le persone a bordo, ma i superstiti dicono che fossero centinaia. Siamo sul posto – ha aggiunto il comandante – e stiamo lavorando senza sosta».
Soltanto ieri nelle acque a largo delle coste libiche, nel tentativo di attraversare il Canale di Sicilia, almeno 40 persone avevano trovato la morte a seguito del naufragio di un’altra imbarcazione. Soltanto circa un anno fa, per l’esattezza il 3 ottobre 2013, quasi 400 persone morivano nelle acque di Lampedusa destando lo sgomento e la tristezza dell’Italia e dell’intera Europa. Cosa è stato fatto di utile, considerato che l’operazione Mare Nostrum non è di certo servita ad arginare la questione immigrati?
Dopo la tragedia di oggi, l’agguerrito e mai arrendevole sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha affermato: «Il governo Renzi deve pretendere dall’Europa soluzioni condivise, urgenti, e soprattutto diverse dalla sorveglianza del mare. Altrimenti le stragi in mare non si fermeranno mai». Parole semplici, ma non diverse rispetto alla tragedia dello scorso anno, che fino ad ora, nonostante proclami ed indignazione dei politici italiani ed europei, sono cadute nel vuoto.
L’ostinata ed ostile volontà di voler risolvere il problema migranti definendo confini e limiti invalicabili. L’incapacità di capire che un diritto che definisce il “dove” discrimina desideri e opportunità, allontanando integrazione e vita. Ecco cosa fino ad oggi ha avuto la meglio. Non a caso, ancora ed anche oggi, il sindaco Nicolini ribadisce la proposta dei “canali umanitari”: «Ho sempre pensato che la soluzione Mare Nostrum non fosse la soluzione a regime. Se non è possibile costituire canali umanitari controllati dalla Libia allora lo si faccia dall’Egitto. La Siria – ha affermato la Nicolini – è un problema che va affrontato con la gravità che merita. Ieri c’è stato un altro naufragio, oggi l’ennesimo. Anche durante “Mare Nostrum” – ha sottolineato il sindaco – c’è stato un altro naufragio. Insomma ribadisco che non è la soluzione a regime. Come intervento emergenziale fa onore all’Italia».[MORE]
Intanto, a proposito della tragedia odierna, sono giunte anche le prime dichiarazioni da parte del commissario europeo Cecilia Malmstrom: «La Commissione Ue è scioccata dalla nuova tragedia tra Lampedusa e Libia, ringrazia le autorità italiane e chiede a tutti gli Stati membri di dimostrare solidarietà e di discutere nel prossimo Consiglio interni come si può contribuire ad affrontare sfide nel Mediterraneo».
(Immagine da repubblica.it)
Giovanni Maria Elia