Economia
Eni, Descalzi difende la strategia di vendita degli asset esplorativi
ROMA, 10 MARZO 2017 - L'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, ha scelto le colonne del quotidiano La Stampa per difendere con forza i risultati ottenuti con la nuova strategia economica intrapresa dall'azienda italiana, basata sulla vendita di asset esplorativi e sulla generazione di importanti plusvalenze. [MORE]
"La cessione ad ExxonMobil del 25% della nostra Area 4 nell'offshore del Mozambico è la riprova che la nostra innovativa strategia sull'esplorazione funziona e rappresenta un importante riconoscimento anche per l'Italia" - ha dichiarato Descalzi parlando dell'affare appena concluso, che ha portato nelle casse del "cane a sei zampe" la cifra di 2,8 miliardi di dollari. "L'ultimo degli impegni presi nel 2014 per il triennio", aggiunge.
Descalzi ha spiegato che quest'operazione "rappresenta il cuore della nostra strategia, che vede nell'esplorazione una doppia valenza. Da un lato ci consente di promuovere progetti nuovi da cui, per esempio, è giunto il rimpiazzo delle riserve registrato nel 2016. Dall'altro ci permette di fare una velocissima monetizzazione. Tra il Mozambico e altre 4 operazioni simili negli ultimi 4 anni abbiamo realizzato 9 miliardi di dollari, per intenderci quanto il capitale che per 15 anni abbiamo messo in Kashagan per potere cominciare a produrre solo qualche mese fa. Ma c'è una valenza più ampia".
"In un momento in cui tutti stanno vendendo asset produttivi - sottolinea l'ad di Eni - noi abbiamo venduto asset esplorativi: sono stati riconosciuti unicamente per il loro potenziale. E li abbiamo venduti alle prime 4 società petrolifere al mondo: le prime due indipendenti - l'americana ExxonMobil e la britannica Bp - e le prime due nazionali, la cinese Cnpc e la russa Rosneft".
"Se si inquadra la cosa dal punto di vista geopolitico - prosegue Descalzi - la valenza delle società in campo e l'interesse nazionale, per l'Italia è un grandissimo passo. Gli italiani che trovano nuove risorse, le valorizzano e creano valore aggiunto - la plusvalenza sui 9 miliardi è stata di circa 7 miliardi - trovano un riconoscimento per le loro tecnologie e conoscenze. E' positivo per Eni, scelta come partner di lungo termine, ed è positivo per l'Italia: abbiamo unito Stati che scelgono con cura i Paesi con cui fare affari".
Alla vigilia dell'apertura del risiko delle nomine ai vertici delle partecipate di stato, i risultati incassati da Descalzi negli ultimi giorni potrebbero giocare a suo favore per una riconferma alla guida dell'azienda.
Daniele Basili
immagine da quifinanza.it