Scienza & Tecnologia

Energie alternative: Enel inaugura a Brindisi impianto cattura CO2

BRINDISI, 3 MARZO 2011 -  E’ stato inaugurato a Brindisi il sistema Ccs (Carbon capture and storage) in grado di limitare notevolmente le emissioni di anidride carbonica prodotte dagli impianti di energia da carbone. E’ il primo prototipo italiano d’avanguardia realizzato dall’Enel e in sperimentazione presso l'area limitrofa alla centrale termoelettrica Federico II.[MORE]

"E’ un passo importante nello sviluppo delle nuove tecnologie su cui si costruirà il futuro energetico del mondo" ha annunciato Fulvio conti, amministratore delegato dell’Enel aggiungendo che “in Italia con un mix equilibrato costituito da fonti rinnovabili, carbone pulito, nucleare e gas, potremmo ridurre la bolletta delle famiglie e delle imprese, allineandoci agli altri Paesi europei”. Una bella scommessa per l’ambiente.

Lo scopo del progetto sarà quello di incentivare la realizzazione delle centrali del futuro, meno inquinanti rispetto a quelle attuali e di allontanarsi dalla possibilità del nucleare in Italia.
Anche la Prestigiacomo ha espresso il suo parere positivo sull’iniziativa “L'inaugurazione di questo impianto pilota per la cattura e lo stoccaggio della CO2 rappresenta per l'Italia il primo traguardo importante di un percorso cominciato due anni e mezzo fa con la firma presso il Ministero dell'Ambiente del protocollo di intesa con Enel ed Eni finalizzato alla verifica e diffusione delle tecniche di cattura della CO2 e alla promozione delle fonti rinnovabili”.


Si stima che il nuovo impianto pilota sarà in grado di rimuovere 2,5 tonnellate di CO2 l'ora, circa 20 mila tonnellate all'anno di anidride carbonica e di liquefarle, stoccandole nei campi Eni di Cortemaggiore. Una volta completata la fase di progettazione entrerà in esercizio nel 2012.
l Progetto di Ccs italiano, secondo in Europa, è stato inserito fra quelli finanziati dall'Unione Europea per implementare questa nuova tecnologia che si inserisce fra quelle finalizzate alla costruzione di modelli di sviluppo sostenibile.

Roberta Lamaddalena