Cronaca
Emilia-Romagna, boom di cassintegrati: tra gennaio e maggio oltre 39 milioni di ore
BOLOGNA, 17 LUGLIO 2014 – In Emilia Romagna il problema della cassa integrazione è sempre più importante. Secondo i dati forniti dalle segreterie di Cgil, Cis e Uil, tra gennaio e maggio le ore di cassa integrazione autorizzate hanno superato i 39,2 milioni, 4 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Modena è la provincia più colpita, con 7,6 milioni di ore, e Ferrara ha visto più che raddoppiato il proprio dato, passando in un anno da 1,7 a 4,3 milioni. A Bologna le ore sono 7,4 milioni, con nessun aumento eccessivo, ma secondo Vincezo Colla della Cgil: “Cala la cassa, perché cresce la disoccupazione come dimostrano gli ultimi dati”. [MORE]
Il 22 e il 24 luglio sono previsti due presidi a Roma, dove i sindacati parteciperanno per chiedere al Governo di rifinanziare gli ammortizzatori sociali. I fondi certi coprono attualmente fino a fine agosto, e servirebbero almeno 26 milioni di euro per poter finire l'anno in Regione, anche se vi è molta preoccupazione per alcune limitazioni al vaglio di Roma che priverebbero della cassa integrazione molti lavoratori. "E' uno scenario molto delicato - ha ammesso Colla - dove non si capisce l'impatto sociale che può avere la non gestione degli ammortizzatori", se a settembre non ci saranno novità positive “ci saranno 32.000 lavoratori senza coperture, la stragrande maggioranza di piccole imprese".
Anche Giorgio Graziani, della Cisl, mostra preoccupazione: “il rischio è che le imprese, non potendo rinnovare gli accordi di cassa, scelgano la strada dei licenziamenti" mentre per Giuliano Zignani della Uil “l'attuale decreto del governo è irricevibile e va modificato". Nello specifico, i dati dell'Emilia-Romagna evidenziano un calo della cassa integrazione ordinaria (da 8,4 milioni di gennaio-maggio 2013 a 5,2 nello stesso periodo del 2014), ma un boom di quella straordinaria (da 14, 1 a 20, 1 milioni di ore, per un aumento del 42,3%). Cresce anche la cassa in deroga, da 12,2 a 13,8 milioni. La somma complessiva è un aumento totale del 12,6% rispetto all'anno scorso che, come spiegano i sindacati “è la più alta degli ultimi quattro anni”.
Stefania Putzu