Cronaca

Emilia-Romagna: allerta rossa, attese precipitazioni diffuse. Appennino in ginocchio per le frane, paesi isolati

CESENA, 20 MAG - Torna la pioggia sull'Emilia-Romagna già duramente colpita dal maltempo nei giorni scorsi e l'emergenza non si ferma: ci sono ancora vaste aree sott'acqua, le frane stanno mettendo in ginocchio l'Appennino e per oggi è confermata l'allerta rossa. Le precipitazioni potrebbero infatti far di nuovo innalzare il livello dei fiumi.

Non solo: il passaggio delle piene dei fiumi ha ingrossato il fitto reticolo di canali agricoli che continuano ad esondare come in un effetto domino tanto che l'acqua ha allagato una parte consistente della periferia di Ravenna.

Sono 14 le vittime, oltre 15.000 il numero delle persone che hanno dovuto lasciare la propria casa. Gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24 e sono 8.000 i cittadini che hanno già trovato accoglienza in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni in palestre, palazzetti dello sport e scuole. Si prova anche a correre ai ripari con operazioni idrauliche mai fatte prima: è in corso una manovra per provare a invertire le acque del Cer, il Canale emiliano-romagnolo, ovvero l'albero maestro del reticolo dell'irrigazione, per portarle nel Po. A Ravenna è stato costruito un argine di terra per provare a limitare le inondazioni. Mentre l'acqua si ritira lentamente da alcune delle zone allagate nei giorni scorsi - dove centinaia di soccorritori, volontari e semplici cittadini continuano a spalare e a pulire senza sosta - sotto stress, in particolare, c'è adesso la Bassa Romagna: in un'area di circa 100 chilometri quadrati che all'80-90% è alluvionato, abitano circa 100mila persone che sono alle prese con un grosso problema legato all'approvvigionamento di cibo e acqua. A partire da Sant'Agata sul Santerno, forse il comune più colpito dall'alluvione.

Ma in crisi è anche l'Appennino: Casola Valsenio, ad esempio, è martoriato dalle frane e praticamente tagliato fuori dal resto del mondo. Stesso problema a Modigliana dove i movimenti franosi che preoccupano non si contano più. O a Mercato Saraceno dove il dissesto geologico ha praticamente cambiato la geografia del paese. Ci sono più o meno 300 frane e 500 strade chiuse, rimangono blackout elettrici e interruzioni alle linee telefoniche che complicano ulteriormente i soccorsi.