Cronaca

Emergenza Janò: "Attività commerciali al collasso"

Riceviamo e pubblichiamo

“Occorre Chiarezza, mentre le attività commerciali e artigianali, oggi al collasso non hanno ancora visto nessun aiuto economico “  ''Sull'emergenza Janò occorre recuperar il tempo perduto, soprattutto se si pensa ai nuclei familiari ancora interessati allo sgombero occorre dare loro una continuità all'assistenza alloggiativa, mentre le attività commerciali e artigianali, oggi al collasso non hanno ancora visto nessun aiuto economico.[MORE]

Per il resto, sulla vicenda Janò, sono tanti gli interrogativi riguardanti la gestione dell’emergenza, ed infatti bisognerebbe capire il perché di alcune decisioni che non ci sembrano del tutto lineari. In particolare è sulla sistemazione degli sfollati da parte del Comune c’è stata una condotta che andrebbe approfondita. La vicenda è nota. Dopo la frana dell’11 febbraio, l’Ente emesse 70 ordinanze di sgombero per quei nuclei familiari le cui abitazioni erano più a rischio.

Contestualmente offrì loro ospitalità in un noto hotel cittadino. Perché – c’è da chiedersi - la scelta ricadde su questa struttura alberghiera senza aver fatto alcuna indagine di mercato finalizzata a verificare i termini di convenienza economica dell’operazione? Ma c’è di più. Con un ordinanza sindacale del 23 febbraio 2010, si provvide a requisire oltre 40 appartamenti pare realizzati da Telecom Italia e oggi di proprietà, sembrerebbe, di una società che opera nel settore della compravendita immobiliare, che si trovano in località San Cono. Appartamenti costruiti 17 anni fa che avrebbero dovuto ospitare i dipendenti della società telefonica ma che non sono state mai abitati. Gli immobili, oggetto di atti vandalici, avrebbero dovuto essere risistemati con una spesa non eccessiva (certamente inferiore alla somma “regalata” a Tribuna Gianna per l’ Fc Catanzaro).

All’ ordinanza sindacale si oppose però la Società sembrerebbe proprietaria delle case di San Cono, facendo ricorso al Tar. Ebbene, il Comune, invece di resistere, ha rinunciato al contenzioso, avendo l’Amministrazione comunale, nel mese di giugno, adottato un provvedimento di revoca dell’ordinanza di requisizione. Perché è stato assunto tale atto? Senza tale provvedimento quali problemi avrebbe avuto la società in questione? E se non ci fosse stata la revoca dell’ordinanza, i cittadini avrebbero avuto, a quest’ora, una casa? Interrogativi che spero possano trovare una risposta adeguata da parte dell’Amministrazione comunale.