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Elezioni Europee, 5 candidati impresentabili nelle liste italiane: tra essi Berlusconi e Tatarella

ROMA, 24 MAGGIO – Secondo la Commissione Parlamentare antimafia – presieduta dal pentastellato Nicola Morra –  nelle liste che domenica concorreranno per le elezioni europee, vi sarebbero 5 candidati non conformi al codice di autoregolamentazione delle candidature e pertanto considerati “impresentabili”. Tale codice definisce alcuni criteri di candidabilità in relazione allo situazione giuridica dei soggetti considerati, per tutti i tipi di elezioni, europee, nazionali, regionali, comunali e circoscrizionali, nonché per le nomine presso gli enti pubblici. Esso è notevolmente più restrittivo delle leggi esistenti in materia di incandidabilità, in quanto amplia la platea dei soggetti coinvolti a chiunque sia sottoposto a giudizio o sia stato condannato anche solo in primo grado o a misure di prevenzione personali o patrimoniali; il codice, però, non ha valore legislativo rispetto all’incandidabilità ed ineleggibilità dei soggetti che non rispondano ai criteri previsti, né prevede sanzioni per quei partiti o liste che non lo rispettano, ma ha soltanto una valenza etica e morale.

A giudizio della Commissione – chiamata a verificare l’applicazione del codice nell’ambito dei suoi compiti di indagine sul rapporto tra criminalità e politica – le candidature impresentabili riguarderebbero soltanto Forza Italia (4) e Casapound (1). Il primo nome coinvolto è quello di Silvio Berlusconi, non soltanto per le varie condanne pregresse, ma anche in quanto attualmente imputato per corruzione in atti giudiziari e con dibattimento in corso presso i Tribunali di Roma e Milano: questo procedimento riguarderebbe fatti risalenti al 2010, quando – secondo l’ipotesi dell’accusa – Berlusconi avrebbe corrotto i senatori dell’IdV Antonio Razzi e Domenico Scilipoti per passare nel PdL, tenendo così in piedi la maggioranza che sosteneva il suo ultimo governo. Il secondo nome è quello di Giovanni Paolo Bernini, condannato a marzo dal Tribunale di Bologna per corruzione e per atti contrari a doveri d’ufficio; sarebbe invece prescritto l’altro reato contestatogli, quello di induzione indebita a dare o promettere utilità. Segue Salvatore Cicu, imputato per riciclaggio di denaro sporco – presuntivamente riconducibile a clan casalesi – nella costruzione di un villaggio turistico a Villasimius, in Sardegna. Il quarto ed ultimo candidato di Forza Italia finito sotto la scure della Commissione è Pietro Tatarella, già in carcere in quanto destinatario di una misura cautelare disposta nell’ambito di una maxi-inchiesta per un caso di tangenti nel Comune di Milano. La situazione di quest’ultimo è in effetti particolare, in pendenza di un ricorso da lui già avanzato al Tribunale del Riesame, in forza del quale la stessa Commissione antimafia lo ha definito “sub iudice”. Infine, l’ultima “impresentabile” è Emmanuela Florino di Casapound, imputata per concorso in associazione sovversiva e banda armata.

Intervistato da “Diritto e rovescio”, trasmissione della sua Rete 4, Silvio Berlusconi ha respinto al mittente l’epiteto con cui è stato definito dalla Commissione bicamerale: “Come potrei essere impresentabile? Ho preso 200 milioni di voti nel corso della mia carriera politica ed ora ne otterrò altri milioni”. L’ex Cav ha voluto anche ricordare ai telespettatori di essere stato assolto con formula piena nel processo “Ruby I”, dichiarando inoltre di non aver mai fatto alcun favore alle mafie: “Non c’è governo che abbia fatto di più dei miei contro la mafia: durante i miei mandati, sono stati catturati ed incarcerati 32 dei 34 latitanti più ricercati e sequestrati beni mafiosi per 25 miliardi”.

In realtà, la deliberazione dell’organismo interparlamentare antimafia non ha avuto un percorso netto, considerando che la vicepresidente è Jole Santelli (Forza Italia), la quale ha attaccato duramente il suo “superiore” Morra: “Il presidente della Commissione dovrebbe soltanto vergognarsi di aver dichiarato Berlusconi impresentabile a 3 giorni dal voto. Si tratta dell’ennesima, incostituzionale, persecuzione nei confronti di un uomo politico che, peraltro, sul piano strettamente giuridico, è stato pienamente riabilitato dalla magistratura. Siamo di fronte all’ennesimo atto politico persecutorio messo in atto dal Movimento 5 Stelle”.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: tgcom24.mediaset.it