Politica

Elezioni 2013, gli studenti Erasmus non possono votare

ROMA, 17 GENNAIO 2013 - Niente voto se sei uno studente Erasmus. Secondo le disposizioni del Decreto del Presidente della Repubblica numero 226 del 22 dicembre 2012, infatti, alle elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio potranno votare all’estero i cittadini italiani appartenenti alle forze armate e di polizia impegnati in missioni internazionali, i dipendenti di amministrazioni dello Stato temporaneamente fuori dal Paese e professori e ricercatori in trasferta, tutti per motivi di servizio. Gli studenti, invece, potranno esercitare il loro diritto solo se iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero).

E qui sta un altro e decisivo problema: l’iscrizione all’Aire è possibile solo se la residenza è superiore ai dodici mesi, un lasso di tempo quasi sempre superiore alla durata di un Erasmus o di gran parte dei corsi di formazione all’estero. Come se non bastasse è possibile votare solo per i residenti registrati all’Aire entro il 31 dicembre 2012.[MORE]

Su Facebook, dove è stato creato il gruppo Studenti italiani che non potranno votare alle prossime elezioni, impazza già la protesta: «Il decreto legge che discrimina gli Erasmus nel loro diritto di voto è stato approvato pressoché all’unanimità da Camera e Senato. Si riempiono la bocca sui giovani, il futuro, la meritocrazia, ma se gli studenti all’estero non vanno a votare per loro è meglio» scrive uno studente. Ma sono le foto di bigliettini accartocciati o di pezzi di carta igenica con scritto “Ecco quanto vale il mio voto” a valere più di mille parole sullo stato d’animo di coloro che hanno scelto la formazione all’estero per migliorare le proprie capacità professionali. Rabbia mista a rassegnazione, anche se c’è chi, prendendo in prestito le parole di Oriana Fallaci, invita a non mollare: «L'abitudine è la più infame delle malattie perchè ci fa accettare qualsiasi disgrazia».

Al momento, però, se gli studenti “abroad” vogliono esprimere il loro voto su quelle che si preannunciano le elezioni più combattute ed importanti dal 1994 dovranno farlo dal seggio di casa. E pure a spese loro, perché il voto è un dovere. Anche un diritto, ma che non si sparga la voce. Soprattutto all’estero.

(Foto: www.facebook.com/studentiesclusidalvoto)

Giovanni Gaeta