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Eleszione USA: Biden quasi Presidente, ma Trump non ci sta
Joe Biden si avvicina sempre di più alla Casa Bianca. Ma la terza notte elettorale negli Stati Uniti si avvia a concludersi ancora senza la proclamazione di un vincitore, con il conteggio dei voti ancora in corso in cinque stati chiave.
Stati in cui il sostanziale testa a testa tra i due candidati impedisce di fare una chiara proiezione. Biden però, dopo aver strappato a Donald Trump Wisconsin e Michigan, rischia di fare il pieno: rimontando a sorpresa in Georgia e Pennsylvania, dove con oltre il 95% dei voti scrutinati si assiste a una situazione di sostanziale parità, e resistendo in Nevada e Arizona, dove l'ex vicepresidente resta leggermente in testa. Trump avanti invece in North Carolina seppur con uno scarto minimo.
La campagna di Donald Trump ha avviato un'azione legale in Nevada contro presunte irregolarità nel controllo e nella verifica dei voti. Lo riporta ABC. Il Nevada è uno degli stati chiave nella corsa alla Casa Bianca.
"La controversia legale sulle elezioni finirà alla Corte suprema", ha ribadito il presidente americano in carica Donald Trump dopo aver denunciato (senza fornire prove) che ci sono state "varie irregolarità allarmanti" e che osservatori repubblicani si sono visti negare l'accesso ai seggi di Philadelphia e Detroit. "Il nostro obiettivo è proteggere l'integrità delle elezioni, non consentiremo che ce le rubino, che i nostri elettori siano silenziati", ha aggiunto.
"Se si contano i voti legali vinco facilmente", si è spinto ad affermare Trump. E il network tv che comprende ABC, CBS e Msnbc ha interrotto la trasmissione del discorso. L'anchor Brian Williams ha fatto anche un commento imbarazzante per il tycoon: "Ci troviamo ancora nella posizione inusuale non solo di interrompere il presidente degli Usa, ma anche di correggerlo".
"Non ci saranno Stati rossi o Stati blu quando vinceremo. Ci saranno solo gli Stati Uniti d'America". Joe Biden parla già da presidente, anche se la lunga maratona elettorale fatta di spasmodica attesa e notti insonni non si è ancora conclusa. Si contano ancora i voti in un pugno di Stati chiave, ma l'ex vicepresidente sente già le chiavi della Casa Bianca in tasca. Anche se Donald Trump, dovesse davvero perdere, non gliele consegnerà così facilmente.
Il presidente è sul piede di guerra. Parla di brogli e di elezioni truccate, e con una raffica di azioni legali prova in tutti i modi a bloccare e invalidare i voti conteggiati dopo l'Election Night del 3 novembre. Tutte quelle schede elettorali che quest'anno almeno 65 milioni di americani hanno preferito spedire per non recarsi ai seggi in tempi di pandemia. "Tutti gli Stati assegnati di recente a Biden saranno sfidati legalmente per frode elettorale. Ci sono un mare di prove!", è il monito del presidente su Twitter. Lui, tenendo conto solo dei voti scrutinati nella notte dell'Election Day, si considera il vincitore di queste elezioni. Così il team dei suoi legali e della sua amministrazione ha contestato a colpi di carte bollate l'estensione dello scrutinio in Pennsylvania, North Carolina, Arizona, Nevada e Georgia, i cinque Stati chiave in cui si sta giocando la partita finale.
Mentre denunce sono partite anche per Wisconsin e Michigan, già assegnati al suo rivale. Alcune di queste cause o denunce sono già state respinte al mittente, ma sullo sfondo resta sempre l'ultima carta in mano a Trump: il ricorso alla Corte Suprema. Con esiti però per nulla scontati, considerando che è stato lo stesso massimo organo giudiziario Usa a respingere prima dell'Election Day il tentativo di fermare l'estensione del conteggio dei voti in Pennsylvania e North Carolina. (ANSA)