Economia

Electrolux, Zanonato: «Mi impegno personalmente affinché la produzione resti in Italia»

MILANO, 29 GENNAIO 2014 - Si fa sempre più surriscaldata la situazione davanti agli stabilimenti dell’Electrolux. Intanto, in attesa del tavolo in di confronto previsto per oggi al ministero dello Sviluppo economico, il ministro Flavio Zanonato, ha rassicurato: «Mi impegno personalmente a fare in modo che tutta la produzione Electrolux resti in Italia e lo faremo senza aiuti di Stato».

Il ministro dello Sviluppo economico puntualizza poi: «Sono state date notizie false che hanno creato allarme. Non ci sarà un taglio degli stipendi del 40%. Oggi il quadro è più chiaro. Stiamo cercando di comprendere come mantenere la produzione in Italia. Ci possono essere accordi di solidarietà come si è fatto in altri casi. Ma un taglio del 40% non lo vedo». [MORE]Meno diplomatico, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta che, a seguito del piano industriale presentato dal gruppo svedese, ha affermato: «Il piano Electrolux è inaccettabile per come è formulato, per modalità e per il merito, ma o noi tutti insieme – Governo, sindacati, enti locali – abbiamo delle controproposte oppure anche l’azione democratica diventa inutile».

Invece, dal fronte sindacati: «Diremo che la proposta dell’azienda del taglio degli stipendi e degli altri diritti sindacali è irricevibile La multinazionale ha presentato un piano ancora peggiore di quello tanto criticato della Fiat», fa sapere Paola Morandin, delegata Rsu, mentre la Fiom lombarda fa sapere di essere pronta allo sciopero generale territoriale.

E mentre le forze politiche cercano di trovare una soluzione, continua mobilitazione dei lavoratori prosegue. Infatti, all’alba di mercoledì mattina, gli operai hanno bloccato le entrate dello stabilimento di Susegana, in provincia di Treviso, impedendo – altresì - agli impiegati l’ingresso in sede. In sostanza, gli operai stanno effettuando degli scioperi a macchia di leopardo, al fine di rendere difficile, se non impossibile, la produzione, in modo tale da costringere l’azienda. Stessa situazione si registra in Lombardia a Solaro. Un presidio è stato organizzato anche a Porcia, vicino a Pordenone.

(Foto: ilmanifesto.it)