Politica

Election day bocciato alla Camera per un solo voto

ROMA, 17 MARZO – 276 no contro 275 sì: è il risultato della votazione alla Camera sulla mozione presentata ieri dal Partito Democratico. Il voto che avrebbe fatto la differenza è quello del radicale Marco Beltrandi, eletto con il PD, che ha espresso parere contrario alla mozione sull’election day. Sulla mancata approvazione pesano, tuttavia, anche le assenze di 10 deputati dell’opposizione.[MORE]

La mozione chiedeva di tenere in un’unica data le elezioni amministrative e i referendum su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento. All’inizio di marzo il Governo, tramite il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, si era dichiarato contrario all’accorpamento delle votazioni in un’unica giornata, proponendo di svolgere le amministrative il 15 e 16 maggio, mentre i referendum il 12 giugno.

Il Partito Democratico aveva subito annunciato una mozione per indurre il governo a cambiare idea. “La Lega che è così risparmiosa sulla festa del Tricolore del 17 marzo, ora non lo è più sul referendum. Il mancato accorpamento con le amministrative costerà 300 milioni. Chi li pagherà?”, aveva dichiarato il 4 marzo in conferenza stampa Pierluigi Bersani, annunciando poi la presentazione di una mozione a favore dell’election day.

La mozione, presentata ieri alla Camera, è stata tuttavia bocciata dai deputati presenti per il voto contrario di Beltrandi. Immediate le reazioni di disapprovazione del partito: Rosi Bindi giudica “gravissima” la scelta del deputato radicale, affermando l’importanza, in momenti così delicati, della “disciplina di gruppo”. Per Dario Franceschini il comportamento di Beltrandi è “inaccettabile e incomprensibile”. Il capogruppo del PD alla Camera ha chiesto, inoltre, la convocazione dell’ufficio di presidenza per stabilire quali provvedimenti prendere nei confronti del deputato radicale.

Beltrandi si è detto “stupito” dalle reazioni del partito, affermando che il suo voto è dovuto ad un “dissenso politico” nei confronti dell’election day: “Ho votato in dissenso dal Pd perchè sono contrario al quorum e perchè penso che l'election day sia un sotterfugio per aggirare la legge”, ha sostenuto Beltrandi, “I miei compagni radicali lo sanno: io sono ferocemente contrario all'abbinamento amministrative e referendum. Lo ritengo un escamotage per raggiungere il quorum”.