El Salvador, aborto spontaneo dopo stupro: condannata a 30 anni per omicidio
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SAN SALVADOR, 8 LUGLIO - Una ragazza di 19 anni è stata condannata a 30 anni di carcere con l’accusa di omicidio aggravato dopo aver avuto un aborto spontaneo. La ragazza, rimasta incinta a 18 anni dopo essere stata violentata da una gang a Los Vasquez, il piccolo villaggio dove viveva, non aveva mai denunciato lo stupro per paura, e si era accorta della gravidanza solo il 6 aprile 2016, quando era stata portata in una struttura sanitaria a causa di forti dolori. [MORE]
Secondo quanto riportato dai media locali, Evelyn, che ha dichiarato di non sapere di essere incinta, era all’inizio del terzo trimestre di gravidanza quando, mentre era a scuola, ha iniziato a sentire dolori molto forti al ventre. Il 6 aprile del 2016, Evelyn è corsa in bagno e dopo pochi istanti si è resa conto che stava per partorire. Per i medici non è chiaro se Evelyn abbia fatto tutto da sola e nemmeno se il feto sia morto prima o durante il parto. Gli inquirenti la accusano di averlo ucciso gettandolo nello scarico del bagno.
Per la giovane, Evelyn Hernandez Cruz, si sono mobilitate a livello internazionale associazioni per i diritti umani fra cui Amnesty Internacional, secondo cui "la legge anti-aborto di El Salvador è una normativa contraria ai diritti umani".
"Questa sentenza che manda in carcere per 30 anni Evelyn Beatriz – ha spiegato Morena Herrera, presidente dell’associazione cittadina che difende i diritti delle donne – mostra come a El Salvador la giustizia venga applicata anche senza prove che possano dimostrare ciò che ha fatto questa donna".
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine elevatenews.com)