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El Nido, l'horror di Mattia Temponi acquisito da Film Factory. L'intervista: "la sala sopravvivrà"
El Nido, horror d’esordio del regista torinese Mattia Temponi, è di recente entrato nel prestigioso catalogo della Film Factory, agenzia di vendite internazionale tra i leader nel settore, con base a Barcellona e i fari già puntati sull'importante appuntamento di mercato di Cannes 2021.
Produzione italo-argentina, tra Alba Produzioni di Roma e la 3c Films Group di Buenos Aires, El Nido di Mattia Temponi si presenta come un horror psicologico ambientato in un mondo piagato da uno zombie virus. Ivan, volontario di mezza età, e Sara, appena diventata maggiorenne, si ritrovano in un rifugio, isolati dal mondo in devastazione in cui il virus scatena una selvaggia bestialità. Il "nido" resta sicuro finché Sara non si contagia: cosa farà Ivan? La ucciderà, o cercherà di fuggire verso un mondo all'apparenza senza vie di fuga?
Per il suo primo lungometraggio, Mattia Temponi, classe ’84 con esperienze nel corto (Aida, Herd) e disparati interessi nei linguaggi artistici e mediali, ha potuto contare sull’apprezzato attore argentino Luciano Cáceres (The Son, Estocolmo) e sull’attrice italiana Blu Yoshimi (Caos calmo, Piuma). Proprio sulla loro interazione psicologica pare giocarsi la partita dell’horror El Nido.
In attesa di capire il destino del film, per il quale si studia l’evoluzione delle catene distributive all’epoca del coronavirus ma si auspica l’uscita già nel 2021, abbiamo sentito il regista Mattia Temponi per qualche anticipazione e soprattutto qualche considerazione sull'attuale situazione del cinema.
ANTONIO MAIORINO: per un film finito, in questo momento capire il proprio percorso di distribuzione implica strategie al confine con la preveggenza. Quali sono le principali difficoltà e come le sta affrontando El Nido?
MATTIA TEMPONI: certamente l'incognita maggiore riguarda la riapertura delle sale. I produttori devono operare una decisione: aspettare, puntando sul miglioramento della situazione, ma rischiando di far invecchiare il film; buttarsi direttamente sulle piattaforme, andando però incontro all'inevitabile scontro impari tra il film stesso e la colossale presenza di contenuti di intrattenimento. La situazione non è per nulla semplice. Al momento, El Nido è stato acquisito da una delle più importanti società di distribuzione internazionale, la catalana Film Factory. Sono molto contento; è un grande traguardo per un film indipendente. Diciamo che le prospettive stanno prendendo forma, grazie al prezioso contributo di tutte le parti, ma la cosa più sensata da fare, in questo momento, è osservare con attenzione i cambiamenti, comprenderli e provare a governarli.
A.M: nello scenario di fruizione cinematografica, in parte nuova, che si sta configurando da un anno a questa parte, secondo te quale è destinato ad essere il ruolo delle piattaforme streaming?
M.T: un ruolo sempre più centrale, sia per la distribuzione, sia per lo sviluppo e la produzione. Io non nutro particolare diffidenza verso le piattaforme e sebbene sia cresciuto in un mondo dominato dalla sala cinematografica, credo che la pluralità di schermi non sia un male. Questo permette di calibrare con misura gli sforzi produttivi, prevedendo per ciascun film una destinazione appropriata. Non credo che la sala si estinguerà, ma sarà sempre di più un luogo per eventi, o grandi blockbuster, o momenti di aggregazione culturale significativi. Penso che i cinema abbiano in sé l'insostituibile valore sociale che condividono con i teatri, le arene e gli stadi, e questo ruolo è qualcosa che attraversa la storia dell'umanità; per questo sono fiducioso che non tramonteranno. Le piattaforme accendono la luce su un nuovo tipo di intrattenimento, che si fa forte soprattutto del valore innovativo tecnologico. Non parlo "solo" del poter avere un titolo a casa tua quando vuoi, ma anche - soprattutto - della capacità di profilazione del pubblico. I big data ci aiutano a delineare maggiormente il volto di molte nicchie di fruitori; nicchie che, prima, si diluivano in macrocategorie generiche, che, a volte, lasciavano alcuni insoddisfatti. Il pubblico è diventato più esigente e più consapevole di ciò che vuole, perché per la prima volta ha voce in capitolo. E per noi creatori di contenuti, questo è uno strumento impareggiabile, perché ci permette un dialogo quasi diretto con le persone a cui vogliamo raccontare storie.
A.M: in attesa che gli spettatori possano vedere il tuo film, cosa ti rende fiero della lavorazione di El Nido?
M.T: sono stato incredibilmente fortunato, perché ho avuto l'occasione di lavorare con un team di persone splendido. Non saprei indicare qualcuno che non ha lasciato un segno indelebile dentro di me. Siamo diventati amici e sono fiero di questo, perché questa amicizia vive sullo schermo, nelle inquadrature, nei dettagli di continuity e nei suoni. Oggi, quando rivedo il film, penso ai molti aneddoti e alle risate che hanno accompagnato la lavorazione. Ci penso con affetto e nostalgia, il che mi sprona a mettermi immediatamente al lavoro sulla prossima opera, per tornare presto a rivedere tutte quelle facce a cui mi sono legato. Molto spesso, un po' per gioco, tutti chiamano il regista "maestro"; ma la verità è che in questo film, io sono stato l'allievo e la galassia di persone intorno i maestri generosi che mi hanno regalato preziosi insegnamenti - lavorativi e umani.
A.M: l'appuntamento per un'intervista approfondita su El Nido è rimandato all'uscita del film. L'aspettiamo!
M.T: certamente! Alla prossima!
SCHEDA FILM
PAESE: Italia, Argentina
ANNO: 2021
GENERE: horror, thriller psicologico
REGIA: Mattia Temponi
CAST: Luciano Cáceres, Blu Yoshimi
LINGUA ORIGINALE: spagnolo
PRODUZIONE: Alba Produzioni, 3C Films, MG Films
(immagini: in copertina e all'interno, fotogrammi dal film El Nido; in basso, poster di El Nido. Fonti: Variety, Film Factory)
Antonio Maiorino