Estero
Egitto: torture e "test di verginità" per alcune manifestanti. La denuncia di Amnesty
ROMA, 24 MARZO - Almeno 18 donne avrebbero subito torture e sarebbero state costrette a sottoporsi ad un “test di verginità” dai militari, dopo essere state arrestate il 9 marzo durante una manifestazione al Cairo in piazza Tahir, in seguito alla caduta di Mubarak. Lo ha denunciato ieri l’organizzazione umanitaria Amnesty International che, in una nota, ha fatto sapere di aver chiesto alle autorità egiziane di indagare su queste gravissime vicende. [MORE]
Una delle 18 arrestate era la giornalista Rasha Azeb, la quale ha riferito ad Amnesty che le donne sono state portate in un primo momento al Museo del Cairo, dove sono state “picchiate con bastoni e tubi di gomma, colpite con l'elettricità al petto e alle gambe e chiamate prostitute” dai militari. Rasha Azeb è stata rilasciata subito dopo, mentre le altre 17 donne sono state poi trasferite nel carcere militare di El Heikstep e rilasciate solo il 13 marzo, dopo essere comparse davanti al tribunale militare.
Secondo il racconto di una delle vittime, Salwa Husseini, alle donne è stato imposto di sottoporsi al test di verginità. Quelle non vergini sarebbero state accusate di prostituzione. Un’altra donna racconta ad Amnesty di aver dichiarato di essere vergine e di essere stata picchiata e torturata con scariche elettriche dopo il risultato contrario del test.
"Le autorità egiziane – ha dichiarato Amnesty International in un comunicato – devono porre fine a questi trattamenti scioccanti e degradanti nei confronti delle manifestanti. Le donne hanno preso parte in pieno al cambiamento in Egitto e non devono essere punite per il loro attivismo. Alle forze armate e a quelle di sicurezza vanno impartite istruzioni chiare che la tortura e i maltrattamenti, compresi i ‘test di verginità’ obbligatori, non saranno più tollerati e saranno oggetto di indagini approfondite. I responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia e le donne coraggiose che hanno sporto denuncia devono essere protette dalle rappresaglie”.